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Mira Sorvino in Salento per un film del marito

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Mira Sorvino in Salento per un film del marito

Christopher Backus gira «L’abbaglio» con la leccese «Scirocco». Tagliolini, da Castro a Lucugnano, e lavoro dietro alla macchina da presa

Domenica 17 Aprile 2022, 11:28

Nel Salento è apparsa La dea dell’amore. Non è una leggenda, ma la realtà. Che porta a Mira Sorvino. La statuaria attrice newyorkese, premio Oscar del 1996 per l’interpretazione da non protagonista nella pellicola di Woody Allen, in questi giorni ha frequentato «clandestinamente» gli anfratti leccesi. La si può ammirare quando affusola una «sagna ‘ncannulata» (tipica tagliatella) nella trattoria «Iolanda» della tricasina Lucugnano o quando fa jumping mostrando il suo benessere al porticciolo di Castro e i suoi fan su Instagram la ribattezzano «Marina Sorvino». Lei, sulle poche foto con cui si fa ritrarre in Puglia, lascia un solo indizio che la riporta alle radici: la parola Ciao! Sì perché i nonni di Mira sono italiani. Ford Sorvino di Napoli e Angela Renzi della molisana Casacalenda (dove la «dea» è stata in visita nel 2021) sono i genitori di Paul Sorvino, caratterista noto per i suoi ruoli in film come Quei bravi ragazzi di Scorsese e Dick Tracy di Warren Beatty.

La presenza salentina del personaggio dalla doppia personalità (la mamma Linda Ash in arte pornografica Judy Orgasm), che rapisce il giornalista Woody-Lenny più per la sua esplosività che per la voce starnazzante, nella pellicola che 26 anni fa le valse l’Oscar e un Golden Globe, non è un miraggio. Eppure lo si potrebbe credere pensando al titolo originale del film per il quale l’attrice è sostanzialmente ricordata: Mighty Aphrodite, ovvero «Potente Afrodite». La copertina mitologica si attaglia al contesto, visto che oltre 2500 anni fa nel Salento si praticava il culto pagano per Afrodite, dea greca della bellezza e simbolo della fecondazione. È proprio la virtù di Sorvino, mamma di quattro figli avuti con l’attore Christopher Backus. Il quarantenne tenebroso di Orange County, 14 anni di meno di sua moglie e meno celebre di lei per i ruoli televisivi in Will&Grace, Mindhunter e Jett, è nel Sud-Est pugliese per le riprese del suo primo film italiano. Il titolo è un altro indizio che riporta al blitz secretato di Mira: L’Abbaglio.

Il set, aperto sino al 3 maggio tra Lecce, Tricase, Otranto, Castro e Specchia, è il primo lungometraggio della milanese Alessandra Cardone (conquistatrice di premi in Georgia col corto Le Madeleine e lo Straniero), dopo la selezione al «Torino Film Lab». Nel suo cast il tarantino allievo teatrale di Ronconi Andrea Simonetti firma del corto fantasy Dorothy non deve morire, Denise Tantucci volto emergente del cinema italiano lanciato da Nanni Moretti col suo Tre piani, ed il signor Backus «in Sorvino». La star americana è rimasta dietro la scena leccese, per non adombrare il marito che, in questa pellicola, impersona la parte metaforica del miraggio americano. Uno zio venuto d’oltre Atlantico che mette in subbuglio una provincia meridionale. Una trama che si incastona nel «manifesto» della Scirocco Films, la casa produttrice dell’opera, come svela alla «Gazzetta» il regista e sceneggiatore Alessandro Valenti, già penna delle pellicole di Edoardo Winspeare: «Io e il mio socio Angelo Laudisa - coproduttore dell’unico film italiano a Cannes, Nostalgia di Martone - abbiamo un sogno: cambiare la geografia, fare del Sud del cinema il Nord. Tutti insieme, possiamo trapiantare in Puglia la California».

Avviata un paio di anni fa, la Scirocco Films è impegnata nella realizzazione delle sue prime opere cinematografiche. Per il 2023 sono attese le uscite di pellicole già girate come il lavoro italo-francese Interstate, il profumo della morte di Jean-Luc Herbulot e la storia umanitaria Oltre confine opera prima di Valenti. In agenda, dal 18 maggio, ci sono i ciak di Shukran diretto da Pietro Malegori, che dirigerà il miglior attore al 61° Festival di Berlino Shahab Hosseini in un lungometraggio in cui il Salento sarà trasformato nella Siria distrutta dalla guerra. Merito della cinepresa che la Scirocco ha iniziato a guidare con ambizione. Credendo che l’incursione di Mira Sorvino, da «abbaglio» si trasformi in realtà. «Prima di lasciarla ritornare in America, abbiamo parlato di un film di nostra produzione con un ruolo da protagonista». La Dea dell’Amore sul set salentino sarebbe come un personaggio fuoriuscito da un libro di mitologia.

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