Nelle tredici giornate di campionato passate in archivio, nelle file del Lecce, una delle costanti positive è stata rappresentata dal rendimento di Wladimiro Falcone. Il portierone capitolino ha sfoderato tante parate decisive, di quelle alle quali va data la valenza di un gol realizzato, a fronte di poche sbavature. Il capitano si sta confermando una delle certezze della squadra giallorossa ed è stato quasi sempre tra i migliori in campo della formazione allenata da Eusebio Di Francesco.
«Falcone oramai va considerato tra i migliori cinque-sei estremi difensori italiani presenti in serie A, per continuità di prestazioni positive - dice Francesco Benussi, “guardiano” della porta del Lecce dal 2005/2006 al 2008/2009 (49 presenze in A. per 4.303’, 44 match disputati in B, per 3.950’, con due promozioni, e 2 partite giocate in Coppa Italia, per 180’), fatta salva una breve parentesi nel Siena, dal luglio scorso preparatore dei portieri della formazione under 20 del Verona - A questo si aggiunga che ha messo i “guantoni” su tre salvezze del Lecce e che ha iniziato alla grande l’annata agonistica in corso di svolgimento. Contro il Torino, oltre a neutralizzare un rigore in pieno recupero, nel primo tempo ha compiuto un grande intervento su un colpo di testa di Zapata da distanza ravvicinata». Benussi approfondisce la sua analisi: «Il portiere romano è emerso dopo avere fatto tanta gavetta e dopo avere atteso con caparbietà che arrivasse la sua chance. Il sodalizio salentino ha avuto il merito di credere in lui e la sua fiducia è stata ricambiata sul campo. In giallorosso, tra l’altro, Falcone ha avuto modo di lavorare e crescere prima con il preparatore Luigi Sassanelli ed oggi con lo stesso Sassanelli e con Lello Senatore, due ottimi maestri».
A dispetto delle performance che ha garantito da quando è a Lecce, Falcone è stato anche oggetto di critiche feroci quando ha commesso qualche errore o quando il collettivo ha vissuto dei momenti di crisi: «Nel nostro ruolo è così. Lo sbaglio di un portiere porta spesso ad incassare un gol e si finisce immediatamente sotto i riflettori. Pertanto, è fondamentale restare tranquilli ed evitare di deprimersi nei momenti in cui le cose non girano per il verso giusto o magari dopo avere combinato un “pasticcio”. Al contempo, però, non bisogna esaltarsi quando tutto sembra andare a gonfie vele e scrosciano gli applausi e fioccano i complimenti. Una dote dalla quale non può prescindere un estremo difensore è l’equilibrio. A maggior ragione quando si gioca in un complesso che lotta per la permanenza e che spesso deve fare fronte a dei filotti negativi». Sul cammino effettuato dal Lecce nei primi tredici turni dice: «Ha costruito la propria classifica sui due successi esterni centrati contro Parma e Fiorentina. I giallorossi sono stati bravi a sfruttare al meglio il momento di difficoltà della “Viola” ed il medesimo discorso va probabilmente ripetuto, in parte, per l’affermazione colta contro il Torino, che sulla carta sono team di una caratura superiore rispetto a chi sgomita nella seconda metà della graduatoria. Come tutte le formazioni che hanno la permanenza quale traguardo stagionale, dovrà cercare di ottenere punti contro chiunque, ma alla lunga decisivi saranno soprattutto gli scontri diretti con le altre squadre che inseguono il medesimo obiettivo».
Tra i 14 punti del Torino, passando dai 13 del Lecce, dagli 11 di Cagliari, Genoa e Parma ai 10 del Pisa, sino ai 6 di Fiorentina e Verona, ci sono otto complessi che battagliano in zona-rischio: «Considerato il valore della rosa della “Viola”, bisogna supporre che i gigliati si tireranno fuori dalla bagarre. Per il resto, ci sarà lotta serrata. Né mi meraviglierei se qualcuno dei complessi che ora sembrano più tranquilli venisse risucchiato in basso. Noi del Verona stiamo vivendo una fase complicata, ma lavoriamo sodo per risalire la china. Il cammino è ancora lungo». L’undici allenato da Di Francesco affronterà, a seguire, la Cremonese, in trasferta, ed il Pisa, in casa, ma poi avrà un finale di andata terribile, con le sfide contro Como, Juventus e Roma, oltre alla gara con l’Inter, posticipata al 14 gennaio a causa dell’impegno dei nerazzurri nella Supercoppa italiana: «Inutile azzardare discorsi a tavolino. Le partite sono più o meno complicate, oltre che per la cifra tecnica delle avversarie, anche a seconda del momento nel quale vengono affrontate. Contro le big, ad esempio, ci sono maggiori probabilità di raggranellare punti se si incontrano dopo che hanno speso energie psico-fisiche preziose nelle coppe europee».
L’ultima battuta è sugli anni trascorsi in giallorosso: «Devo molto al Lecce, che mi ha permesso di approdare nel grande calcio, in A, per poi restarci con Livorno, Palermo, Udinese, Verona e Carpi. In B, invece, nel Salento, ho ottenuto due promozioni. Ho avuto un ottimo rapporto con città, il pubblico e la società del patron Semeraro. Come in tutte le esperienze c’è stato anche qualche momento negativo, ma nel complesso serbo soprattutto bei ricordi».















