LECCE - «Il presidente Saverio Sticchi Damiani fa il punto della situazione in casa Lecce, a mercato chiuso. Vuole sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. Ha affrontato questo argomento anche alla vigilia dell’annata agonistica 2024/2025. Ci tiene che la «piazza» non nutra dubbi, a maggior ragione dopo la cessione di Patrick Dorgu al Manchester United, che ha determinato la più alta plusvalenza fatta registrare nella storia della società salentina.
Il massimo esponente del sodalizio di via colonnello Costadura snocciola le tappe che hanno portato al trasferimento del calciatore danese ai Red Devils, nonostante la volontà, più volte manifestata, di non lasciare partire, a torneo in corso, i titolari: «Il 17 gennaio, a fronte dell’interessamento ufficiale del Manchester United all’acquisto di Dorgu, abbiamo risposto, per iscritto, che non intendevamo privarci delle prestazioni del ragazzo in questa fase della stagione. In seguito, abbiamo ribadito la posizione nel corso di un incontro avuto con gli emissari del club inglese. I nostri interlocutori, però, non si sono scoraggiati ed anzi hanno rilanciato, sia con noi che con l’entourage del giocatore. Abbiamo provato a fare slittare l’operazione a luglio, ma la risposta è stata netta: “Si concretizza ora, altrimenti non se ne fa nulla”. Tenuto conto dell’entità dell’offerta ricevuta e della volontà del calciatore di cogliere l’opportunità di approdare in un top club, abbiamo ritenuto che, per il bene del Lecce, l’affare dovesse essere concretizzato».
Sticchi Damiani si sofferma quindi sulle finanze della società: «Ho sempre parlato con chiarezza delle criticità, circa 27 milioni di euro, che sono scaturite dai due anni in serie B affrontati con alle spalle pesi economici derivanti dalla retrocessione dalla A del 2019/2020, in pieno Covid. Ho anche specificato che è stato redatto un piano triennale per il recupero delle stesse. Ebbene, nel primo abbiamo avuto un attivo di poco meno di un milione, nel secondo di circa 14 ed in quello in corso prevedevamo di chiudere il cerchio, ottenendo quanto meno un +11 che avremmo raggiunto grazie alle sole scelte effettuate prima della cessione di Dorgu. Il trasferimento del danese non ha fatto altro che consolidare una società già in salute. Ribadisco un concetto che ho espresso più volte: i soldi restano nel Lecce e per il Lecce. Nessuno di noi soci ha mai percepito un euro, né per dividendi, né per stipendi per le cariche ricoperte. La proprietà non ha mai chiesto il rimborso dei 26 milioni di euro che ciascuno di noi, in proporzione alle proprie quote, ha versato nel periodo in cui la squadra ha militato in C ed in B».
Le parole del presidente fanno riflettere su cosa abbia trovato l’attuale proprietà al suo arrivo, con il Lecce che non riusciva a riemergere dal pantano dell’ex Lega Pro, e sul percorso compiuto sino ai tre campionati di fila disputati in A ad oggi: «La scelta di puntare su due professionisti del calibro di Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera è stata dettata dalla volontà di creare una azienda in grado di generare risorse per poi reinvestirle. Oggi, anche grazie alla loro grande abilità sul mercato, portiamo avanti il discorso di un calcio sostenibile, che viene indicato come esempio virtuoso in Italia ed all’estero, e possiamo contare su una credibilità in ambito europeo. Insomma, questa è una annata memorabile della quale andare fieri. Né ho perso di vista la visione romantica del calcio perché tutti noi vogliamo con forza, proprio come ciascun tifoso, anche il raggiungimento del traguardo sportivo. Ecco perché serve compattezza nell’ambiente. Uniti verso l’obiettivo, senza divisioni che non hanno motivo di esistere. A Parma abbiamo centrato una grande vittoria grazie alla prestazione dei calciatori in campo, ma anche grazie al costante incitamento dei tremila tifosi presenti sugli spalti. È questa la strada da seguire in una realtà come la nostra. Non ci sono alternative».
Quindi snocciola alcuni numeri: «Quando un supporter legge certe cifre relative alle cessioni non tiene presente che vanno decurtate le commissioni, eventuali percentuali al sodalizio di provenienza per la futura rivendita ed altre voci connesse a simili operazioni. Prima della campagna acquisti-cessioni appena conclusa, la somma netta incassata dal Lecce per il trasferimento di propri giocatori ad altri club è stata di 40 milioni, mentre quella spesa di 42. Possiamo farlo perché abbiamo la convinzione che, grazie alle scelte di Corvino e Trinchera, l’investimento produrrà plusvalenze che faranno crescere il club. Questo, però, non significa, dopo avere compiuto una operazione come quella di Dorgu, spendere e spandere a piene mani. Per avere una gestione sana e virtuosa bisogna continuare a seguire la nostra politica. In serie A ci sono sodalizi che hanno costi enormi che a fine esercizio vengono coperti da proprietà che dispongono di ingenti risorse. Ma ce ne sono altri che si indebitano. È per questo che serve un tetto al monte ingaggi che sia messo in relazione ai ricavi di una società. Noi ce lo siamo autoimposto. L’auspicio è che sia previsto per tutti dalle regole».
Quindi Sticchi Damiani conclude: «Desidero che i tifosi non abbiano dubbi su questi argomenti. Pertanto, ho raggiunto una intesa con l’ordine dei dottori commercialisti della provincia di Lecce. Ogni 15 giorni uno degli iscritti all’ordine sarà a disposizione di chi vorrà chiarimenti sui nostri bilanci, che sono pubblici, da parte di un professionista competente».