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Il Lecce non sfreccia più: Gotti studia soluzioni

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Il Lecce non sfreccia più: Gotti studia soluzioni

Le difficoltà sulle fasce tra le causa della sterilità offensiva

Martedì 08 Ottobre 2024, 12:52

LECCE - Sulle fasce, il Lecce non sfreccia più. Questa potrebbe essere una delle chiavi di lettura del perché la formazione giallorossa stenti ad andare in rete dall’inizio del campionato 2024/2025. Fermo restando che non è certo l’unico motivo.

Non a caso, al termine del match perso ad Udine, Luca Gotti ha sottolineato quanto si avverta l’assenza di un esterno alto con le caratteristiche di Lameck Banda. Mancano la velocità dello zambiano, la sua capacità di «strappare» lungo la linea che delimita il campo lateralmente, ma soprattutto la sua abilità nel saltare l’uomo nell’uno contro uno e nel garantire la superiorità numerica negli ultimi tenta metri, nella zona nella quale nascono i gol.

Da sempre, nel calcio, è importante disporre di elementi abili nel superare l’avversario in dribbling, ma lo è ancora di più in questo calcio moderno nel quale la fisicità è diventata uno dei fattori determinanti ai fini del risultato. Scavalcare il proprio marcatore significa quasi sempre presentarsi in una situazione di vantaggio nell’area rivale, creando ulteriore apprensione a chi deve difendersi, costringendolo a doversi guardare da un ventaglio di soluzioni più ampio a disposizione di chi attacca.

Tutto ciò è tanto più importante se i moduli adottati sono il 4-3-3 o il 4-2-3-1, nei quali la manovra sulle fasce è imprescindibile e nei quali, di norma, è fondamentale che le ali diano un contributo significativo nella fase di finalizzazione, anche in termini di reti realizzate.

Ebbene, nella prima parte dell’annata 2023/2024, il Lecce ha potuto contare sulla verve di Banda a sinistra e di Pontus Almqvist a destra. Lo zambiano e lo svedese hanno segnato poco nell’arco del torneo, ma per tutta la fase iniziale sono stati molto abili nel creare problemi alle retroguardie rivali con la loro velocità, lasciando spesso di sasso chi era deputato a fermarli. Di questa loro dote ha beneficiato tutto il collettivo.

Entrambi hanno in parte esaurito la loro carica nella seconda metà della stagione, a causa di alcuni acciacchi che li hanno notevolmente limitati. Non è un caso probabilmente che il Lecce abbia vissuto il periodo di declino che ha portato (complice l’episodio che ha coinvolto Roberto D’Aversa e Thomas Henry, in Lecce-Hellas Verona) all’avvento in panchina di Gotti.

Il trainer di Adria ha perso ben presto Banda, che si è dovuto sottoporre ad un intervento al ginocchio, ed ha avuto a disposizione un Almqvist di gran lunga meno brillante di quello che tanto bene aveva fatto all’inizio. Questo presumibilmente è stato uno dei motivi del passaggio al 4-4-2.

Nel primo scorcio del torneo 2024/2025, l’esterno alto zambiano è stato alle prese con problemi al ginocchio e, quando è sceso in campo, non ha mai messo in mostra il proprio volto migliore. Patrick Dorgu ha quasi sempre fatto bene la propria parte, ma ha caratteristiche differenti rispetto a Banda. Tete Morente ha dato sin qui l’impressione di essere più un calciatore di equilibrio, capace di dare il proprio apporto in entrambe le fasi, ma meno abile nel creare la superiorità numerica. Inoltre, ci sono Santiago Pierotti, che a volte è stato impiegato da falso nove ed altre sulla fascia, e Luis Hasa, che ha disputato solo pochissimi minuti nel match di Coppa Italia con il Sassuolo.

Ante Rebic è stato utilizzato prevalentemente da esterno alto a sinistra ed ha regalato alcuni spunti interessanti, senza riuscire però ad incidere in maniera significativa come avrebbero sperato i supporter del Lecce. Dal croato, la cui cifra tecnica è senza dubbio superiore alla media della rosa giallorossa, ci si aspetta un contributo anche in termini di gol.

Del gruppo degli esterni d’attacco fa parte anche Nicola Sansone. Il 33enne nativo di Monaco di Baviera, però, inizialmente era fuori dal progetto e comunque è tornato da poco tra i convocati dopo essere stato infortunato. Pertanto, non ha nelle gambe i 90’.

Stanti le problematiche sin qui emerse, mister Gotti ed il suo staff dovranno effettuare le valutazioni del caso ed introdurre le varianti opportune per risolvere il problema della sterilità offensiva. Il dato, sia pure confortante, dell’alto numero di tiri effettuati da Nikola Krstovic e compagni verso la porta avversaria, da solo, significa poco.

Forse potrebbe essere utile impiegare un calciatore di maggiore inventiva e qualità sulla trequarti, o prevedere più inserimenti da parte dei centrocampisti, o passare ad un modulo a due punte.

La classifica è ancora corta, ma bisogna trovare la quadra giusta prima che si perda troppo terreno.

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