Martedì 09 Settembre 2025 | 20:08

Beretta e il plauso al Lecce: «Squadra giovane e costi bassi: un capolavoro»

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Beretta e il plauso al Lecce: «Squadra giovane e costi bassi: un capolavoro»

L’ex tecnico giallorosso: nel calcio contano idee e competenze, oltre ai soldi

Martedì 21 Maggio 2024, 12:34

12:35

LECCE - Ha allenato il Lecce in A, nel 2008/2009, Mario Beretta, dopo le esperienze vissute sulle panchine di Chievo, Parma e Siena e prima delle avventure avute alla guida di Torino, Paok Salonicco, Brescia, Cesena e nuovamente Siena. In carriera, è stato coordinatore tecnico del settore giovanile del Milan, mentre attualmente fa parte del consiglio federale Figc in rappresentanza dell’Associazione italiana allenatori. Gli abbiamo chiesto un parere sulla stagione del club salentino ed attraverso quali strategie, nel 2024/25, la società giallorossa potrebbe conquistare la terza permanenza di fila in massima serie, mai centrata sino ad oggi nella propria storia.

«Il Lecce partiva per salvarsi ed ha ottenuto il risultato programmato - nota Beretta -. Già questa circostanza fa propendere l’ago della bilancia dalla parte di una annata ampiamente positiva, a maggior ragione in un torneo nel quale la bagarre di coda ha coinvolto otto formazioni, tra le quali alcune che sembravano destinate a ben altro percorso».

L’ex trainer giallorosso completa il quadro: «Le altre note di merito sono costituite dal fatto che il Lecce sia rimasto in A, puntando su un organico molto giovane, con diversi esordienti nella massima serie italiana e sostenendo dei costi contenuti. Sono elementi che danno ulteriore valore alla bella impresa messa a segno dal club presieduto da Saverio Sticchi Damiani. Lo stesso dicasi per il fatto che ha ottenuto la permanenza aritmetica con tre partite da disputare».

Beretta rimarca un altro aspetto: «Il complesso salentino ha navigato sempre al di sopra della zona retrocessione, non avendo mai occupato uno degli ultimi tre posti, nemmeno nei momenti più delicati».

In panchina si sono avvicendati Roberto D’Aversa e Luca Gotti. «Li conosco bene entrambi - sostiene il 64enne allenatore di Milano -. Il primo è stato mio calciatore nella Ternana e nel Siena. Mi dispiace molto per l’episodio che lo ha visto coinvolto nella sfida interna con il Verona. È una bravissima persona, oltre che un professionista serio e preparato. Il secondo, ha una grandissima umanità e conosce benissimo il calcio».

Si è avuta l’impressione che Gotti, con la sua calma, abbia ridato tranquillità ad un gruppo che stava perdendo autostima al culmine di un ciclo negativo: «Dall’esterno è impossibile dare un giudizio su questo argomento. Roberto e Luca hanno senza dubbio un carattere notevolmente differente, ma hanno entrambi una grande etica e una spiccata professionalità. Avendo optato per il cambio della guida tecnica, i vertici del Lecce hanno ritenuto che Gotti fosse il trainer giusto. I risultati conquistati hanno dato loro ragione. Ma vanno riconosciuti anche i meriti di D’Aversa, come il suo sostituto, con signorilità ed eleganza, ha fatto».

Con il mister abruzzese Federico Baschirotto e compagni hanno fatto registrare una partenza sprint con 11 punti ottenuti in cinque giornate, frutto di tre vittorie e due pareggi. Tanto che i tifosi hanno iniziato a sognare. «In questi casi, l’aspetto estremamente positivo è che si mette fieno in cascina per le fasi nelle quali le cose vanno male - rimarca Beretta -. Quello negativo è che nella piazza, spesso, si alzano le aspettative e c’è chi perde di vista che un organico costruito per salvarsi raramente è poi in grado di alzare l’asticella tanto da potere ambire a traguardi di maggiore rilievo».

Fra una settimana, archiviata la trasferta di Napoli, il Lecce dovrà gettare le basi per la nuova stagione. «La società salentina ha nel responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino e nel direttore sportivo Stefano Trinchera due dirigenti che sanno come muoversi - afferma Beretta -. Non hanno bisogno di consigli. Se fosse possibile mantenere lo zoccolo duro della compagine attuale penso che si tratterebbe di un buon punto di partenza. Ma mi rendo conto che un sodalizio di provincia non possa rimanere insensibile dinanzi ad eventuali offerte importanti per qualche suo gioiello. L’aspetto economico è fondamentale tanto quanto quello tecnico. Ma chi sarà ceduto verrà sostituito adeguatamente». «Sarebbe un vantaggio anche proseguire con lo stesso allenatore - aggiunge - ma, stando a ciò che leggo, è molto probabile che Gotti resti nel Salento».

La fermezza della proprietà nel volere un Lecce costruito all’insegna della sostenibilità convince Beretta: «Nel calcio, non contano solo i soldi, ma anche le idee, l’abilità a scovare calciatori interessanti o addirittura potenziali talenti nei mercati meno seguiti dalla maggioranza degli operatori. Ebbene, sotto questo profilo il club giallorosso è in ottime mani perché Corvino da questo punto di vista è un maestro e Trinchera lo supporta a meraviglia».

Come molti addetti ai lavori, anche Beretta ritiene che l’esterno Patrick Dorgu abbia prospettive molto interessanti: «È un classe 2004 che ha disputato il suo primo torneo di massima serie a buoni livelli, lasciando intravedere ampi margini di crescita. In avvio di campionato, si è comportato alla grande l’esterno alto Pontus Almqvist, che è un po’ calato alla distanza. Lo svedese è velocissimo e sa disimpegnarsi bene nell’uno contro uno: chi riesce a saltare l’uomo e garantire la superiorità numerica è sempre molto importante in una squadra. Ma il Lecce, avendo un’età media piuttosto basso, può contare su diversi giovani in grado di emergere per gradi, attraverso il giusto percorso».

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