LECCE - Ex tecnico di Inter e Udinese in A, con una lunga esperienza all’estero, oggi Andrea Stramaccioni è apprezzato commentatore tecnico di Dazn e racconta in ogni weekend calcistico le emozioni della massima serie. Abbiamo chiesto il suo parere sulla bagarre-permanenza, sulla prossima sfida tra Lecce ed-Udinese e sul cammino del complesso salentino nella stagione 2023/2024.
A tre turni dal termine, la lotta-salvezza riguarda sette squadre. Si aspettava che a questo punto del torneo tanti team sgomitassero in zona-pericolo? Quali rischiano maggiormente?
«Non ipotizzavo che a 270’ dalla conclusione tante formazioni fossero coinvolte. È la testimonianza dell’equilibrio che regna nel nostro campionato. Difficile dire chi rischi di più perché sono in programma ancora tanti scontri diretti che in ogni giornata possono rimescolare le carte. Sottolineo due aspetti: il grande lavoro svolto da Gotti a Lecce, che consentirà ai salentini di giocare le ultime gare con un grande vantaggio, ed il fatto che non avrei mai immaginato di vedere Sassuolo ed Udinese nelle attuali posizioni a tre partite dal termine».
Cosa pensa del cammino fatto dal Lecce nella stagione in corso? Quali ritiene siano stati gli aspetti positivi? Quali quelli negativi?
«Lo distinguerei in tre fasi. Un’ottima partenza sino alla vittoria in casa con il Frosinone. Un periodo di notevole calo di rendimento con nove sconfitte su dodici incontri che hanno portato all’esonero di D’Aversa. Infine, la “terza pagina” che stiamo ancora vivendo con l’eccellente percorso effettuato con Gotti, che ha ridato ai giallorossi quelle certezze che sembravano essersi dileguate dopo natale».
Con l’avvento di mister Gotti in panchina, il Lecce ha ritrovato smalto, rilanciando le proprie quotazioni dopo un periodo di flessione. Ritiene che la svolta impressa dal nuovo trainer sia stata mentale o tecnico-tattica? Quali delle sue scelte si sono rivelate fondamentali?
«Credo che il mister veneto abbia influito su entrambi gli aspetti. Dal match con la Salernitana e dal coraggioso atteggiamento dimostrato con la Roma si è assistito a una positiva inversione di tendenza. Senza nulla togliere ai meriti di D’Aversa per la prima parte di stagione, con Gotti la squadra ha avuto un cambio di rotta evidente con nuova intraprendenza, idee ed efficacia in campo. Tatticamente, sono state due le cose che mi sono piaciute molto. Innanzitutto la scelta di mandare in campo contemporaneamente e provare a fare coesistere Piccoli e Krstovic, che prima si alternavano quasi sempre. Poi la posizione e la crescita tattica di Dorgu, utilizzato più alto sulla fascia sinistra. Il danese ha così contribuito a garantire il giusto mix tra solidità difensiva e forza e pericolosità in fase di spinta».
La formazione salentina ha sin qui potuto contare su un “Via del Mare” sempre sold out ed ha avuto costantemente tanti tifosi al seguito in trasferta. La sorprende tanta passione?
«Nelle giovanili del Bologna, il mio compagno fisso di camera ed anche migliore amico, era Valerio Velino, salentino doc. Con lui sono cresciuto conoscendo la passione, l’amore e la fede del popolo giallorosso che rappresentano da sempre con incredibile orgoglio una parte d’Italia bellissima e calorosissima. La curva e tutto il “Via del Mare” sono il dodicesimo uomo in campo. Da sempre la gente salentina trasferisce ai propri beniamini una spinta incredibile».
Nel prossimo turno il Lecce riceverà l’Udinese, che in questo momento occupa uno dei tre posti che portano alla retrocessione. Che gara si aspetta dal punto di vista tattico? I salentini potrebbero considerare in termini positivi anche un pareggio?
«Conoscendo Gotti, che a sua volta conosce bene l’Udinese, non penso che speculerà sul pareggio. Questi calcoli possono eventualmente farsi a pochi minuti dal termine, usando esperienza e buon senso, ma sono certo che il Lecce scenderà in campo per vincere e festeggiare la salvezza di fronte ai suoi fantastici tifosi».
Quali impressioni ha avuto vedendo all’opera i giallorossi nelle rispettive sfide con Monza e Cagliari?
«Due gare diverse, ma con il denominatore comune di non mollare mai. Contro i brianzoli, il Lecce è stato tanto bravo a raggiungere il vantaggio in extremis, ma poi ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi, subendo il pareggio poco dopo. Con i sardi, ha sfoderato una prestazione meno brillante del solito nel primo tempo, ma ottima nella ripresa, anche grazie alla superiorità numerica. Nei minuti finali i salentini avrebbero potuto conquistare il bottino pieno, ma sono stati fermati due volte dal palo».
Il Lecce ha la rosa più giovane della massima serie ed il monte ingaggi più basso. Cosa pensa della scelta della società di portare avanti la politica di un calcio sostenibile? Ritiene che possa pagare sia nel breve che nel lungo periodo?
«Un club può avere i top player non solo fra i calciatori. Il Lecce ha un top player assoluto in Pantaleo Corvino. Abbinato a un presidente moderno, colto e lungimirante come Saverio Sticchi Damiani, ha permesso al sodalizio salentino di essere vicino a una grande salvezza, con la squadra che è costata meno in serie A, per di più valorizzando i giovani che, con competenza e pazienza, riesce a scovare».
Qualche calciatore del Lecce l’ha impressionata particolarmente?
«Ce ne sono diversi che hanno disputato una grande annata. Da Falcone a Baschirotto, che oramai sono una certezza. Né si possono tralasciare la crescita di Gallo, il solido blocco di centrocampo Blin-Ramadani ed i componenti del reparto offensivo. Se devo citare un nome, però, a proposito di giovani provenienti dal vivaio salentino, indicherei quello di Dorgu. Mi ha colpito. Sta crescendo e se resterà umile e seguirà Gotti e Corvino come sta facendo, potrebbe essere presto pronto per il salto di qualità».
Intanto, la sfida contro l’Atalanta del 17 maggio verrà giocata alle 20,45.