MILANO - La prudenza come virtù, ma soprattutto come necessità. Difficile scindere una dall’altra nel predire quel che sarà di Rafa Leao, nella serata di mercoledì, quando il Milan goocherà il derby di andata che vale la semifinale di Champions League contro l'Inter. «L'evoluzione del quadro clinico sarà monitorata giorno per giorno», ha comunicato il club all’ora di pranzo di oggi, senza poter aggiungere certezze a quel che sarà il Milan apparecchiato alla cena di gala del mercoledì di coppa.
Gli esami strumentali a cui in mattinata era stato sottoposto il portoghese Leao avevano evidenziato una «elongazione del muscolo lungo adduttore della coscia destra». Definizione medica puntuale ma decifrabile quanto la calligrafia di un medico, almeno nel cercare indicazioni in più circa l’impiego del 17 nella partita di Champions, la più importante della stagione del Milan. Lo stiramento accusato dopo neanche 10 minuti contro la Lazio, che l’aveva costretto a dare forfait nella gara per un posto tra le prime quattro, era comunque andato ridimensionandosi nell’entità percepita già durante il match. Prima la mancata esultanza al gol del vantaggio di Bennacer, poi la gioia manifestata anche con la gestualità del corpo al raddoppio di Theo Hernandez. Infine, quelle parole fiduciose espresse lasciando San Siro a fine gara ("Sto bene, niente di grave") riprese anche da Pioli dopo il novantesimo: «L'ho visto sereno, mi fido di lui», aveva spiegato il tecnico. Aggiungendo «spero nel modo più assoluto di poterlo schierare contro l’Inter».

Fin qui le speranze del Milan, a cui l’indomani si sono sommate le valutazioni mediche, ma non le certezze. Che sono destinate a non arrivare prima della gara stessa, anche se l’azzardo di rischiare Leao solo 102 ore dopo l’infortunio è qualcosa che mette un grande punto di domanda sull'effettiva possibilità di vedere il portoghese in campo. Almeno nella gara di andata delle semifinali di Champions League contro l'Inter.
















