BARI - Un passo alla volta. Sulla strada dell’ambizione. Cristian Galano non è ancora riuscito a caricarsi il Bari sulle spalle ma qualcosa si è mosso dal momento del suo ritorno in biancorosso. Cresce la condizione e, di conseguenza, anche la considerazione di mister Mignani. La maglia da titolare a Foggia ne è una limpida testimonianza. Allo «Zaccheria» non è andata benissimo. A Cristian è mancato il guizzo, non è riuscito a incidere nelle due-tre occasioni in cui si è ritrovato vicino all’area di rigore avversaria. Campo pesante, forse anche un pizzico di sicurezza che in questo momento gli fa difetto. «Ci ho provato, non sono riuscito a fare gol ma non sono d’accordo quando sento dire che Galano è ancora in ritardo di condizione. Sto bene, ormai. Altrimenti non credo che mi si sarebbe data la possibilità di essere nell’undici titolare in una partita così importante», ha spiegato a Telebari il trentunenne mancino che si è legato al club di De Laurentiis fino al giugno 2023.
La questione ruolo. Galano dietro le punte, Galano esterno d’attacco. O, magari, seconda punta. Cristian prova a fare chiarezza: «Non esiste un problema legato alla posizione in cui utilizzarmi. Proprio a Foggia Mignani mi ha suggerito spesso di venire a cercarmi lo spazio nella mia confort zone, ovvero sulla fascia - le sue parole al Tb sport - ed è quello che ho cercato di fare provando a trovare lo spunto. Conoscete il mio modo di giocare. Sabato abbiamo disputato un’ottima partita e io ho cercato di dare il mio contributo. Ci è mancato un pizzico di fortuna. Ma siamo tornati a casa con la consapevolezza di essere in ottime condizioni, pronti a questa volata per la promozione diretta».
Alle spalle una serata complicata sul piano emotivo. Foggia è la città in cui Galano è nato. Bari, forse, la patria calcistica di Cristian, che nel capoluogo ha trovato l’amore grazie a Giorgia, una bellissima bruna che gli ha regalato l’emozione della paternità. «Giuro, ero tranquillissimo - la spiegazione dell’attaccante - i fischi andavano messi in conto, fanno parte del gioco e li ho accettati. Un professionista deve comportarsi così. In campo ho dato tutto per la mia squadra com’era giusto che facessi».
Il mirino, intanto, si sposta sulla delicata sfida di sabato (fischio d’inizio alle 17,30) al «San Nicola» contro la sorpresa Virtus Francavilla, meritatamente terza forza del campionato alle spalle di due corazzate come Bari e Catanzaro. Mignani dà un’occhiata all’infermeria sperando di ricevere input positivi sul recupero di Botta e Paponi. Il fantasista argentino è una pedina chiave nello scacchiere biancorosso: per la sua enorme qualità tecnica e per la capacità di far sviluppare meglio il gioco di squadra. Prima l’intervento al ginocchio, poi l’espulsione col Campobasso e, infine, qualche problemino di natura fisica. Anche Paponi vive un periodo particolarmente complicato. Non riesce ad allenarsi bene e la sua condizione ha notevolmente perso in brillantezza come certificato dall’ultima esibizione da titolare. Difficile stabilire, ad oggi, se Botta e Paponi potranno essere della partita.
E chissà se contro il Francavilla ci sarà la possibilità di rivedere nell’undici iniziale capitan Di Cesare. La sua esperienza, nello sprint promozione, potrebbe rivelarsi un valore aggiunto. E non c’è bisogno di ricordarlo a un uomo saggio come Mignani.