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Antonio Calò
15 Ottobre 2019
A 23 anni, ha lasciato il Milan per accettare la corte del Lecce, Riccardo Paciocco, uno degli eroi della prima storica promozione in serie A centrata dalla squadra giallorossa. «Era il 1993 - ricorda l’ex attaccante - ero a tavola con la formazione rossonera. Mi si avvicinò il direttore sportivo Ramaccioni e mi disse che c’erano i dirigenti del Lecce che mi volevano parlare appena terminata la cena. Poco dopo, mi spostai in un salottino dell’hotel e mi trovai di fronte Iurlano e Cataldo».
Ride, Paciocco, nel raccontare l’episodio. «In maniera molto diretta, il presidente del club salentino mi disse: “Tu vieni a giocare nel Lecce” - racconta l’ex calciatore - Io risposi: “Presidente, ma sono al Milan”. E lui di rimando: “Cosa vuoi che mi importi, devi venire a giocare da noi”. La trattativa entrò nel vivo immediatamente perché non avevo procuratore e definivo da solo i contratti. A Iurlano e Cataldo bastò mezz’ora per convincermi. In quei 30’ sembravano Totò e Peppino in una delle loro pièce teatrali, l’uno faceva da spalla all’altro. Con la dirigenza rossonera avevano già l’accordo. Io considerai innanzitutto che nella compagine meneghina ero chiuso, avendo davanti tanti giocatori di spicco. Non a caso ero stato impiegato solo in due gare di campionato».
Prima di trasferirsi a Lecce, Paciocco telefonò a casa. «Rispose mio padre e quando seppe che stavo lasciando il Milan per accasarmi nella società salentina me ne disse di tutti i colori perché abbandonavo una società blasonata e la serie A per passare ad un club di B - sottolinea l’ex attaccante abruzzese - quando conobbe la cifra che avevo spuntato, però, cambiò opinione e mi fece i complimenti. Al di là dell’aspetto economico, feci la scelta migliore che potessi fare, in quanto a Lecce mi sono trovato benissimo, con la casacca giallorossa ho vinto e ho gioito, ho perso ed ho pianto, ma soprattutto ho vissuto in una terra stupenda, tra persone vere, genuine. Non a caso, ci torno spesso e non a caso a Lecce ho ancora tanti amici. Il presidente Iurlano è stato un secondo padre, per me come per tutti i calciatori di quell’epoca».
Domenica, il Lecce sarà di scena al “Meazza”, contro il Milan. «Ho visto in televisione tutte le gare disputate sino ad oggi dall’undici allenato da Liverani - dice Paciocco - per salvarsi, la squadra ha bisogno di esprimersi al Via del Mare con la stessa spensieratezza che si nota in trasferta. È come se in casa avvertisse troppa pressione ed invece è meraviglioso scendere in campo nello stadio amico, dinanzi a spalti gremiti. Contro i rossoneri, Mancosu e compagni devono provare ad essere corsari. Il Milan non sta attraversando un buon momento e non può trovare in un sol colpo tutte le sue certezze per il solo fatto di avere cambiato tecnico».
Quella composta da Khouma Babacar e da Filippo Falco è la coppia preferita da Paciocco per la prima linea del Lecce. «Insieme possono fare grandi cose - garantisce - il senegalese ha enorme potenza atletica, il tarantino ha tecnica sopraffina e sa andare via in slalom. Si completano a meraviglia».
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