Com’era prevedibile, la notizia relativa alla redistribuzione della tassa di soggiorno, apparsa su La Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, ha scatenato dibattiti e polemiche politiche. Associazioni di imprenditori e il consigliere comunale di maggioranza Roberto Quarta, puntano il dito su quei 150mila euro girati dalle casse del Comune a quelle della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, lamentando inoltre una mancanza di concertazione. Il consigliere indipendente Roberto Quarta contesta, senza giri di parole, non soltanto l’assegnazione della la dotazione di 150mila euro (sui 400mila incassati nel 2023) alla Fondazione Nuovo Teatro Verdi, ma soprattutto le voci di spesa ordinarie per il funzionamento di tutta la macchina organizzativa, annunciando azioni clamorose: «Mi impegno a richiedere copia di tutti gli atti e la documentazione necessaria per comprendere appieno i costi del personale della Fondazione Teatro Verdi, al fine di valutare in modo accurato l’impiego dei fondi pubblici. Ritengo che l’impiego dei fondi pubblici debba essere orientato verso progetti e iniziative che contribuiscano effettivamente allo sviluppo turistico e al miglioramento del decoro urbano della nostra città. Utilizzare questi fondi per sostenere strutture come la Fondazione Teatro Verdi non è la scelta migliore, considerando le esigenze e le priorità della comunità locale. Ogni struttura dovrebbe essere in grado di autogestirsi senza dover ricorrere a fondi che potrebbero essere destinati ad altre iniziative di maggiore utilità per la città».
L’associazione “B&B in rete Brindisi Grande Salento”, entra in tackle sulla vicesindaca con delega al turismo, che ha parlato delle misure per contrastare l’abusivismo crescente sul territorio cittadino: «La chiarezza e la trasparenza sull’utilizzo dei fondi derivanti dall’imposta di soggiorno, sono un atto dovuto a tutti gli operatori turistici che si impegnano nel proprio lavoro affinché il turismo esista e produca introiti alle casse comunali – si legge in una nota -. È fondamentale che questi proventi vengano destinati in attività di interesse turistico. Attendiamo un riscontro alla nostra richiesta di istituire un tavolo tecnico di confronto tra l’amministrazione e gli stakeholder affinché si possa insieme stabilire quali siano le esigenze dei turisti e degli operatori locali per puntare sempre più su un turismo di qualità».
Sul fenomeno degli irregolari si potrebbe parlare per giorni, e infatti l’azione dell’amministrazione comunale è orientata a semplificare le procedure online per le aziende e fornire il Comune di un portale nel quale le attività ricettive e le istituzioni possano gestire in tempo reale presenze, arrivi e addirittura prenotazioni senza costi di intermediazione. Una misura che, secondo l’associazione nata nel 2016 e presieduta da Stefania Caravaglio, non è sufficiente: «Oggi nella nostra città risultano registrate circa 500 strutture ricettive, senza considerare le centinaia di strutture che si nascondono dalla legalità, di cui solo 80 tra B&B e Affittacamere. Se si facessero più controlli, non solo quasi sicuramente il bilancio annuale dell’imposta di soggiorno sarebbe di gran lunga superiore, ma si eviterebbe di permettere all’abusivismo di prendere piede, come invece sta accadendo, e offrire al turista l’accoglienza e i servizi giusti per cui è tenuto a pagare l’imposta». Quindi, si chiede più mano dura da parte della Polizia Locale, che già di per sé è sotto organico per garantire i servizi ordinari, senza contare che il personale del settore attività produttive di Palazzo Comunale è ridotto all’osso.