FASANO - Hanno presentato ricorso al Riesame i difensori del 26enne di Pezze di Greco, Marco Mola, finito nel carcere di Brindisi con l’accusa di omicidio stradale aggravato dopo aver travolto con l’auto e ucciso Andrea Catamerò, 25 anni di San Vito dei Normanni, lungo la complanare che collega la località ostunese del Pilone a quella fasanese di Torre Canne, nella tarda serata del 4 agosto scorso.
Gli avvocati Giovanni Caroli e Pasquale Di Natale chiedono una misura meno afflittiva. Puntano sui domiciliari e contestano la sussistenza della reiterazione del reato, evidenziata dalla gip del tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dopo aver convalidato l’arresto eseguito dagli agenti del commissariato di Ostuni, diretti dal vicequestore Michele Marinelli. I legali contestano anche la violazione del principio di adeguatezza nella scelta della misura cautelare.
Secondo i difensori dell’indagato (rintracciato nella sua abitazione a distanza di qualche ora dalla tragedia), ferma restando la gravità della condotta, è necessario valutare sia la circostanza che al 26enne è stata ritirata la patente, sia il fatto che l’auto è stata posta sotto sequestro. Il ricorso sarà discusso oggi.
L’indagato è accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’uso di droga perché, oltre al fatto che non si è fermato a prestare soccorso dopo essersi accorto di quanto accaduto, è risultato positivo alla cocaina e ai cannabinoidi, stando ai test ai quali è stato sottoposto.
La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi, nel provvedimento di custodia in carcere ha sottolineato la «spregiudicatezza della condotta» che delinea un «fortissimo allarme sociale». Anche perché l’indagato era stato denunciato per guida in stato di ebbrezza nel giugno del 2020.
La gip, infine, non ha colto elementi positivi dalle dichiarazioni spontanee rilasciate dall’indagato in sede di interrogatorio, anche se si è detto pentito e fortemente provato.