BRINDISI - L’impianto P9T era spento già da qualche mese, ma ora, nonostante la sua chiusura annunciata con tanto di 47 licenziamenti annessi entro la fine dell’anno, «misteriosamente», serve e deve ripartire.
È l’incredibile, ma vero, «colpo di scena», che si è verificato ieri nella sede brindisina della multinazionale Basell.
Dopo i due scioperi, gli incontri con la prefettura e le istituzioni, la preoccupazione scatenata a livello nazionale sui futuri assetti della chimica di base di fronte ad una decisione unilaterale e giunta come un «fulmine a ciel sereno» che pare irremovibile, ieri mattina la sorpresa: «l’impianto deve ripartire».
La direzione aziendale di Basell infatti, ieri mattina, ha convocato le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) per informarle che l’impianto deve essere riavviato, in gergo «tornare in marcia».
«Quindi revocate i licenziamenti?», hanno chiesto i sindacalisti. Macché. La risposta dell’azienda: «L’impianto deve tornare in marcia fino al 23 dicembre, poi inizierà la dismissione». Il «Piano di riattivazione» - così si chiama -, dal sapore beffardo dopo la disperazione seminata in questi giorni ed il timore di un tracollo del settore chimico a Brindisi, è stato ovviamente rispedito al mittente. Anche perché nel frattempo, nelle ore precedenti, Confindustria ha convocato i rappresentanti dei lavoratori in sede per «esperire l’esame congiunto relativo alla procedura di riduzione di personale avviata dalla nostra associata Basell Poliolefine Italia Srl». L’appuntamento è fissato per il 20 settembre alle 11 al settimo piano di Corso Garibaldi.
Una serie di contraddizioni quelle emerse nelle ultime ore attorno alla vertenza Basell: prima la comunicazione della chiusura data ai sindacalisti dell’impianto P9T nel corso di un incontro a Roma convocato per altri motivi. Ieri il «colpo di scena» del Piano di riattivazione che sulle prime aveva fatto pensare ad un ritorno della multinazionale sui propri passi, aspettativa ben presto delusa dal momento che si tratterebbe solo di una riapertura a tempo fino all’antivigilia di Natale. Poi il «pacco regalo» con 47 licenziamenti.
Le Rsu intanto hanno respinto la riattivazione, mentre i sindacati di categoria Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl, attendono con trepidazione la convocazione da parte della Task force regionale (che potrebbe arrivare nel’arco di una decina di giorni) mentre si stanno adoperando a tutti i livelli per l’apertura di un tavolo nazionale sul caso Basell.