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Brindisi, pasticcio Asl, il dg Roseto ci ripensa e ritira le dimissioni: «Ma forse non si può»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Brindisi, pasticcio Asl, il dg Roseto ci ripensa e ritira le dimissioni: «Ma forse non si può»

Il destino di Flavio Roseto, per un anno esatto direttore generale della Asl di Brindisi, non è affatto chiaro: dovranno stabilirlo gli uffici giuridici della presidenza della Regione

Lunedì 20 Febbraio 2023, 09:52

BRINDISI - Venerdì ha rassegnato le dimissioni «per motivi personali». Ieri, con una mail mandata al presidente Michele Emiliano, le ha ritirate. Ma il destino di Flavio Roseto, per un anno esatto direttore generale della Asl di Brindisi, non è affatto chiaro: dovranno stabilirlo gli uffici giuridici della presidenza della Regione. Perché il numero uno di una azienda sanitaria non è un sindaco, cui la legge concede 20 giorni per ripensarci. Le dimissioni, che per legge sono un atto recettizio, in questo caso potrebbero non essere revocabili.

L’addio di Roseto, unanimemente ritenuto persona perbene, ha fatto molto rumore e ha innescato molte polemiche e anche qualche retroscena circa il possibile coinvolgimento in questioni giudiziarie. «Semplicemente, non ha retto lo stress collegato con la responsabilità di guidare una Asl in una condizione ambientale difficile», è l’analisi di chi conosce bene la questione. E la revoca delle dimissioni sembrerebbe confermarlo.

Roseto, commercialista di Maglie, già amministratore unico della Sanitaservice di Brindisi, è molto vicino all’ex capo di gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi (così come l’amministratore unico della Sanitaservice di Taranto, Marco Cataldo, che a gennaio si è dimesso il giorno dopo la nomina). Le dimissioni presentate nel weekend (e annunciate con un messaggino nella chat dei direttori generali, dove partecipa anche Emiliano che ha risposto con molti cuoricini) hanno creato qualche allarme in Regione. E infatti già sabato è partito un lungo giro di telefonate per individuare il successore. In questi casi la legge prevede che l’azienda venga retta dal più anziano tra il direttore amministrativo e il sanitario, oppure da quello dei due che è stato individuato dal dg uscente come vicario. Tuttavia, era la preoccupazione espressa negli uffici, in un caso come questo non si può lasciare una azienda sanitaria in ambasce: e dunque l’intenzione era di designare il successore già nella giunta di oggi. I candidati, per quanto la lista degli idonei è sempre pericolosamente corta, non mancano.

La Asl di Brindisi è finita nell’occhio del ciclone dopo la morte di una partoriente di 41anni, avvenuta il 22 dicembre, tragedia che ha avuto molto rilievo a livello nazionale (il Papa chiamò il marito della donna), innescando poi una indagine giudiziaria e due distinte ispezioni da parte di Regione e ministero della Salute. Un mese prima, il decesso in pronto soccorso di una donna di 77 anni, nel giorno in cui i medici in servizio hanno dovuto chiamare i carabinieri per fare fronte alle code di pazienti, ha fatto partire un’altra indagine in cui sono coinvolti anche i vertici della Asl. La sanità brindisina è da sempre un posto difficile, dove le pressioni della politica sono massime così come l’inquinamento ambientale (a un certo punto l’intero ufficio tecnico era rimasto sguarnito per via degli arresti). Può starci che un direttore generale senza esperienza, estraneo a certe logiche e alle prese con problemi personali, decida di lasciare. Può starci anche che ci ripensi. C’è da capire, a questo punto, cosa deciderà la Regione. 

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