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Brindisi, calo demografico: rischio desertificazione per la città

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

Brindisi, calo demografico: rischio desertificazione per la città

Denatalità e fuga di cervelli: nell’anno in corso il capoluogo è sceso sotto quota 83mila

Giovedì 15 Dicembre 2022, 13:19

Continua, inesorabile, il crollo verticale della popolazione brindisina. Nell’anno in corso, infatti, secondo quanto riportato dall’Istat nel consueto aggiornamento mensile del bilancio demografico, gli abitanti del comune capoluogo sono scesi sotto la soglia delle 83mila unità e l’ultimo dato aggiornato (quello dello scorso mese di agosto) indica in 82.809 gli attuali residenti nel territorio.

Se si considera, allora, il fatto che appena tre anni e mezzo fa (gennaio 2019) gli abitanti erano 85.397, ben si comprende come il calo demografico viaggi a ritmi sostenuti, facendo registrare in media una perdita di quasi 500 cittadini ogni dodici mesi. Di questo passo - e senza adeguate contromisure - il dietrofront progressivo porterà il comune di Brindisi addirittura sotto quota 80mila alle soglie del 2030 e il processo di svuotamento del territorio non è da escludere a priori che possa in futuro mettere in bilico anche il “titolo” di capoluogo di provincia.

Come sembrano lontani gli anni ‘80 quando Brindisi si accingeva a superare quota 90mila (ne mancava una... manciata nel 1986) e sognava di raggiungere le tre cifre: all’epoca, uno studio mirato fece proprio tale... profezia (i 100mila raggiunti ad inizio terzo millennio), poi rivelatasi del tutto errata.

Tornando all’attuale dato, a pesare sul crollo verticale è il sistematico saldo in negativo che si registra sia nel rapporto nati vivi-morti, sia in quello iscritti-cancellati dal registro di anagrafe. Per dare un’idea, nel 2022, e in particolare nei primi otto mesi dell’anno, i saldi negativi sono stati rispettivamente di 271 e 259 unità.

E in provincia? Il copione non cambia. Già prima dell’estate, la Gazzetta aveva evidenziato un dato preoccupante e, cioè, che dall’inizio del 2022 la popolazione era scesa sotto la soglia dei 380mila abitanti. L’ennesimo record negativo di un territorio che nel giro di poco meno di trent’anni ha perso qualcosa come più di 30mila residenti, atteso che nel 1995 ne contava ben 412.941.

Dati allarmanti, insomma, che devono necessariamente far riflettere sulla necessità di intervenire per porre un freno alla denatalità e alla fuga di cervelli, le due cause principali del graduale crollo verticale in termini demografici.

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