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Piscina devastata a Brindisi, la Digos indaga per tentata estorsione

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Piscina devastata a Brindisi, la Digos indaga per tentata estorsione

Il Comune stava per mettere in vendita la struttura quando si è verificato il raid, non un atto di vandalismo ma un blitz mirato

Lunedì 28 Novembre 2022, 13:22

BRINDISI - Tentata estorsione ai danni del Comune. È la pista investigativa battuta dalla Digos dopo la devastazione della piscina comunale di Sant’Elia, di qualche giorno fa, a cui è seguita una denuncia da parte dell’Amministrazione Comunale. Che non si sia trattato di un semplice atto vandalico era emerso sin dalle prime battute.

L’ipotesi è che «qualcuno voglia condizionare le decisioni dell’Amministrazione». E spiegano perché il sindaco Riccardo Rossi ha parlato sin da subito di «atto intimidatorio». E questo porta a pensare che dietro la devastazione della piscina comunale ci sarebbe un vero e proprio disegno criminale.

Due le evidenze che porterebbero a convergere in questa direzione: la modalità distruttiva del raid e il fatto che proprio nella settimana in cui c’è stato il raid, il Comune avrebbe dovuto pubblicare il bando per la vendita della struttura ad un prezzo ribassato del 20 per cento rispetto ai 725mila euro richiesti inizialmente.

Il nuovo prezzo di vendita, 580mila euro, avrebbe dovuto essere più attrattivo, consentendo all’ente di incassare una somma fondamentale per gli equilibri del bilancio.

Un tempismo sospetto. Così come sospetti sono i danneggiamenti. Per nulla casuali dal momento che non sarebbero solo state frantumate le vetrate su cui ci sarebbero anche fori compatibili con quelli causare un proiettile, ma perché nel blitz sono stati danneggiati quadri elettrici, tubazioni e cosa più importante le pompe di alimentazione tra cui quella del cloro.

Un’azione che non può essere opera di sprovveduti in cerca di autore.

Sembra quindi che qualcuno non gradisca che la piscina venga venduta. E il messaggio lanciato sarebbe della serie «niente per me niente per nessuno».

La struttura è chiusa da alcuni anni dopo la fine del contratto con la società Marimisti. Il Comune ora dovrà decidere se procedere ugualmente con la pubblicazione del bando per la vendita anche se l’ipotesi appare un po’ difficile dal momento che ci sarebbero danni per decine di migliaia di euro.

L’Amministrazione starebbe valutando anche altre opzioni come quella di un patto tra le istituzioni per tenere lo sport nel circuito della legalità, senza abbassare la guardia o cedere a queste intimidazioni.

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