BRINDISI - «La sanità brindisina è in forte affanno e l’assistenza affidata a pochi operatori sanitari che sono allo stremo». È quanto potuto toccare con mano nel corso del sopralluogo di ieri mattina lo «Stato maggiore» di Fratelli d’Italia. Dopo la denuncia dei medici del pronto soccorso ai carabinieri, per l’impossibilità di assistere la fiumana di pazienti in arrivo due settimane fa, le denunce della Cgil e dell’Ordine dei medici, oltre all’interrogazione al ministro della Salute dei parlamentari di Forza Italia la politica si è messa in moto. E ieri mattina una delegazione guidata dal consigliere regionale Luigi Caroli - accompagnato dai consiglieri comunali e provinciali Massimiliano Oggiano, Francesco Antonio Conte, Luciano Cavaliere e il coordinatore cittadino di Brindisi Cesare Mevoli - ha voluto fisicamente essere al Pronto soccorso di Brindisi «per sollecitare l’Assessore alla Sanità, Rocco Palese, il direttore del Dipartimento alla Salute, Vito Montanaro, e il direttore Flavio Roseto a trovare una soluzione immediata perché a rischio è la salute dei brindisini».
«La carenza di medici nel territorio di Brindisi - ha spiegato Caroli - sta mettendo a rischio la prima assistenza sanitaria, quella della Medicina d’urgenza dell’unico pronto soccorso della provincia il Perrino di Brindisi. Così come ammette lo stesso direttore generale della Asl Flavio Roseto, il quale ribadisce che gli avvisi pubblici per il reclutamento di nuovi medici sono quasi sempre deserti. La causa potrebbe anche della mancanza di un incentivo per chi svolge la professione in “trincea”, qual è il Pronto soccorso, dove gli operatori sopportano un carico di lavoro abnorme con enormi rischi sia di natura penale sia in termini di aggressioni fisiche».
«Per questo - aggiunge - la soluzione non può essere quella di rastrellare medici dai quattro Punti di primo intervento rimasti, visto che quello di Cisternino è stato chiuso, e che funzionano solo di mattina offrendo servizi sanitari ormai ridotti all’osso. Tanto meno possono essere tolti medici dagli ospedali di Francavilla Fontana e Ostuni che versano già in una profonda crisi organizzativa».
«Brindisi non può essere l’unico front office della provincia - tuona Cesare Mevoli - bisogna potenziarli tutti, così come la guardia medica. Si può fare un accordo con i medici di base perché molti hanno dato la disponibilità a gestire codici bianchi e verdi che sarebbe già un aiuto importante».