Brindisi - Le due facce della medaglia della semifinale dello “storico” playoff che Happy Casa Brindisi sta affrontando per la prima volta nella sua storia (dato da tenere bene a memoria): in una, il bassorilevo del doppio colpo del kappaò rimediato dai ragazzi di coach Frank Vitucci ad opera della Virtus Bologna; nell’altra la palla a spicchi attorno alla quale si legge “imponderabile”, perché restano da giocare (forse) 120 minuti e tutto ciò che sembra disegnato, lascia ancora spazio da riempire con una libera interpretazione di ciò che potrebbe ancora accadere. Nonostante siano tanti ad aver già iniziato a far suonare le campane a morto per Brindisi.
Certo, nessuno è così cieco da nascondersi dietro un dito e non ipotizzare che le “V” nere, il 2 giugno, sul parquet di casa, davanti al proprio pubblico, possano chiudere i conti portandosi sul 3-0 o, forse sul 3-1, immaginando 40 minuti di riscatto di Brindisi. Però, una domanda è lecito farsela: e se Derek Willis e soci puntando forte sulla posta in palio si giocassero il jolly? Cioè: e se poi scattasse “l’imponderabile”? Sarebbe un gran bel ridere, perché ci sarebbe il ritorno al palaElio per gara5. Allora, perchè non mettere oggi uno straccio attorno al battaglio della campana ed attendere?
Vitucci a fine gara, ammette: «C’è mancata la brillantezza dei giorni migliori, e contro squadre del calibro della Virtus questo lo paghi a caro prezzo». E continuando: «Non dobbiamo essere frustrati, ora bisogna ricaricare le batterie in vista di gara3. In tutte e due le prime partite della serie di semifinale abbiamo dimostrato di essere vicini ai nostri avversari, ma ci manca ancora quel qualcosa che ci permetta di sbloccarci. La squadra c’è, ci sta mettendo l’anima, sicuramente».
Come dargli torto? Ma Brindisi in gara2 ha fatto vedere che è sulla via della “guarigione”. Certo, non è ancora al meglio, anche perché se così fosse l’esito finale forse sarebbe stato diverso. Però c’è da mettere in conto che prima di affrontare gara3 ci sono sette giorni di lavoro in palestra utili per recuperare tonicità e per curare quei dettagli che potrebbero fare la differenza.
Al di là di tutto, però, è appena il caso di porre nella giusta dimensione anche un paio di cose che, nel corso di gara 1 e 2, hanno fatto pendere la bilancia dalla parte della squadra bolognese: la panchina dalla quale coach Djordjevic ha avuto la possibilità di scegliere e mandare sul parquet giocatori con maggiori centimetri rispetto ai brindisini, e la differenza sotto canestro è stata fin troppo evidente; poi, tutto quel concentrato di talento, ben visibile nella coppia ex Nba: Marco Belinelli e Milos Teodosic.
Ma non è ancora finita.