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Brindisi, scandalo Fallimentare: nella rete delle amicizie del giudice anche il ministro De Micheli

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Brindisi, imputato di stalking  colto da infarto in tribunale

Il ministro De Micheli (a sinistra) con l'ingegnera Formosi arrestata

L'ingegnere Annalisa Formosi (finita ai domiciliari) in una immagine da Facebook con il ministro per le Infrastrutture, l'ex marito consulente all’Asi

Lunedì 01 Febbraio 2021, 10:57

15:42

BRINDISI - Sul suo profilo Facebook - nel frattempo chiuso - l’ingegnere Annalisa Formosi sfoggiava una foto con il ministro Paola De Micheli. E su un sito web locale brindisino - lo stesso che la Procura di Potenza ha citato per raccontare delle gite in barca del giudice Galiano e della sua «comitiva» - si racconta della nomina della Formosi come rappresentante del ministero nel Comitato di indirizzo della Zes Adriatica, un progetto - scrive Lo Strillone - «seguito da vicino dal presidente Asi Brindisi Domenico Bianco», cioè il fratello di quel Massimo Bianco, imprenditore, finito in carcere giovedì insieme al magistrato della Fallimentare perché ritenuto il suo corruttore.

La rete di Galiano non si fermava solo agli incarichi giudiziari che il magistrato della Fallimentare - secondo il procuratore di Potenza, Francesco Curcio - faceva ottenere ai suoi amici in cambio di aiuto nel riciclare i proventi della corruzione. Quegli amici (avvocati, commercialisti, ingegneri definiti «sodali») hanno infatti ottenuto consulenze e incarichi anche in altre istituzioni del territorio.

L’ex marito della Formosi (finita ai domiciliari) è il commercialista Oreste «Ciccio» Pepe Milizia, il terzo uomo finito in carcere a Melfi con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Pepe Milizia, che secondo la Procura di Potenza avrebbe ottenuto 210mila euro di parcelle dal Tribunale, negli ultimi anni ha molto lavorato con gli enti pubblici: ha preso incarichi dalla Asl, dalla Provincia e figura anche tra i consulenti dell’Asi di Brindisi.

Il 13 agosto 2018 Pepe Milizia ha ottenuto dal consorzio per l’Area di sviluppo industriale una consulenza professionale da 35mila euro scaduta a settembre 2019, e rinnovata il successivo dicembre, per un altro anno, per altri 30mila euro. A fronte dei quali - spiega una fonte a conoscenza dei fatti - non risulta che il professionista di Francavilla Fontana abbia svolto attività documentabile. Alla guida del consorzio, come detto, c’è Domenico «Mimmo» Bianco, fratello di Massimo e cugino di Francesco, avvocato, anche lui finito ai domiciliari. Domenico Bianco è fino a questo momento assolutamente estraneo alle contestazioni mosse dalla Procura di Potenza al giudice Galiano e ai suoi sodali. Ma nelle carte dell’accusa c’è, appunto, l’articolo del sito web di Francavilla in cui - narrando delle imprese veliche del Kemit, lo yacht del magistrato che Massimo Bianco avrebbe finanziato con 220mila euro tra il 2013 e il 2017 - si dà conto della presenza a bordo in occasione di una Brindisi-Corfù di entrambi i fratelli Bianco oltre che di altri professionisti del territorio.

Oggi Galiano, Pepe Milizia e Massimo Bianco, portati in carcere a Melfi, saranno ascoltati dal gip Lucio Setola in videoconferenza e potranno, se lo riterranno, illustrare la propria versione dei fatti. Da domani toccherà ai tre professionisti finiti ai domiciliari tra cui la Formosi: per quanto riguarda la nomina ministeriale nel comitato di indirizzo della Zes, fonti a conoscenza dei fatti spiegano che fu disposta nel luglio scorso «su segnalazione del Pd locale» e che con ogni probabilità verrà revocata.

Le indagini di Potenza, affidate alla Finanza, nel frattempo continuano. La Procura, a fronte del «no» del gip, ha presentato ricorso al Riesame per chiedere l’arresto di altri cinque professionisti e di un maresciallo dei carabinieri che - a vario titolo - avrebbero fatto parte del sodalizio del magistrato.

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