CANOSA DI PUGLIA - Sono circa un centinaio i furti d’auto messi a segno dai malviventi nel territorio di Canosa. E almeno altrettanti i mezzi che sono stati recuperati dalle forze dell’ordine, quasi sempre completamente “cannibalizzati”: in altre parole, privi di parti meccaniche o di pezzi di carrozzeria che poi vengono rivenduti come ricambi nel mercato illegale.
Numeri, questi, che confermano i dati già diffusi nelle scorse settimane dal «Sole 24Ore», e che vedeva la provincia della Bat in vetta alla classifica nazionale per furti d’auto.
Un fenomeno allarmante, così come sottolineato in più occasioni dal procuratore capo Renato Nitti, che da sempre dedica particolare attenzione, sollecitando le forze dell’ordine ad una sempre più capillare azione preventiva.
Fra le ultime attività portate a termine dagli agenti del commissariato di Canosa c’è l’arresto di Mario Spina, 31enne di San Ferdinando, fermato nell’ottobre scorso in una zona di campagna, precisamente in contrada Ciminarella, con le accuse di ricettazione, riciclaggio e resistenza a pubblico ufficiale.
I poliziotti stavano effettuando un ordinario servizio di controllo nella zona, dove il 31enne risulta proprietario di un fondo dedito alla coltivazione di pesche. Così hanno avuto modo di notare la presenza di cinque persone, che in tutta fretta caricavano su un furgone Peugeot Boxer pezzi di un’auto già smembrata. Tre di loro, subito dopo, salivano su una Fiat Punto grigio antracite, uno su una Seat Ibiza di colore argento e un altro sul furgone bianco.
A quel punto gli agenti si sono dati all’inseguimento del mezzo, tentando invano di indurre il conducente a fermarsi intimandogli l’Alt.
Secondo quanto ricostruito, il guidatore del mezzo, per sfuggire alla cattura, avrebbe speronato l’auto di servizio. Alla fine, però, Spina è stato fermato ed arrestato.
Il furgone è poi risultato rubato nel giugno scorso, così come un’altra auto trovata nei pressi del fondo agricolo. Accanto alla macchina, occultati dalle frasche degli alberi di pesco, c’erano tre motori: uno apparteneva all’auto in questione, il secondo ad una Renault e il terzo ad una Ford.
Da un’attenta ispezione è saltato fuori anche un Jammer di grandi dimensioni: si tratta, nello specifico, di un apparecchio utilizzato per disturbare le frequenze e impedire ai localizzatori Gps di funzionare regolarmente. A giudicare da ciò che era stato lasciato, era evidente che qualcuno avesse lavorato a lungo: sono state trovate numerose chiazze d’olio, bulloni e viti, residui di dischi per smeragliatrice.
Basti pensare che nella stessa zona, il 25 settembre del 2021, erano stati ritrovati ben 18 motori, probabilmente di auto rubate.
Le pattuglie hanno tallonato anche l’altra auto, una Seat Ibiza, per circa dieci minuti. Improvvisamente il conducente ha perso il controllo del mezzo, e giunto all’altezza di un tratturo denominato «Santa Croce» l’utilitaria si è scontrata contro un albero di ulivo. L’uomo alla guida, però è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le proprie tracce dileguandosi nelle campagne limitrofe.
Sentito il parere del pubblico ministero di turno Lucio Vaira, gli agenti del locale commissariato hanno accompagnato Spina nel carcere di Trani.
Le indagini della polizia però vanno avanti, con lo scopo di identificare gli altri soggetti coinvolti nei furti d’auto. Gli investigatori continuano a effettuare sopralluoghi nelle zone ritenute “a rischio”, monitorando movimenti ritenuti sospetti anche grazie all’impiego di auto civetta e agenti in borghese.
Sul posto sono stati trovati e sequestrati numerosi mezzi di ricambio di una Ford Kuga: si tratta di sportelli, paraurti, parafanghi e cofano. E ancora cerchi in lega, chiavi e propulsori.
La difesa di Spina è affidata all’avvocato Vincenzo Cardinale.