ANDRIA - Bernardo Lodispoto, presidente della Provincia di Barletta, Andria Trani, ha affidato all’avvocato Antonio Maria La Scala, del foro di Bari, l’incarico di «attuare qualunque iniziativa prevista per legge, finalizzata a tutelare questo Ente da eventuali condotte illecite poste a suo danno nell’ambito dei procedimenti penali pendenti innanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani». I procedinenti penali ai quali si fa riferimento nella delibera sono stati avviati l’uno nel 2020 (riguarda il disastro ambientale causato dalla mancata bonifica della discarica Cobema, in contrada Tufarelle, a Canosa), l’altro nel 2021 (si indaga su una ipotesi di truffa al Ministero dell’Ambiente sui fondi per la bonifica fantasma e su presunti episodi di corruzione nei quali sono coinvolti due dirigenti e un funzionario della Provincia Bat).
I tre dipendenti pubblici coinvolti sono l’ingegnere Giuseppe Marselli, 35 anni, di Bitonto, direttore dei lavori nel cantiere tuttora operativo della discarica Cobema; l’architetto Francesco Gianferrini, 63 anni di Canosa, dirigente della Provincia e del Comune di Trani; l’ingegnere Vincenzo Guerra, 52 anni, originario di Triggiano, dirigente della Provincia. Come gli altri nove coindagati, lunedì 21 aprile sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare da parte della Guardia di Finanza di Barletta su ordine della Procura di Trani. «Le autorità - si ricorda nella delibera approvata dal presidente Lodispoto e istruita dal segretario generale Floriana Gallucci e dal dirigente al Settore Bilancio, Sabino Fusiello - hanno proceduto al sequestro di tutto il materiale, informatico e no, pertinente e conservato agli atti degli uffici provinciali». Non si manca di ricordare poi che «la situazione della Cobema e gli ultimi eventi di perquisizione hanno sempre avuto e continuano ad avere grande risonanza presso l’opinione pubblica e possono ingenerare dubbi sulla correttezza dell’attività amministrativa della Provincia», e di dare atto all’istituzione medesima «della trasparenza cui è sempre stata improntata l’azione amministrativa e della necessità di riaffermarla nelle sedi giudiziali, tanto più che è in corso un giudizio penale in cui anche gli atti amministrativi verranno esaminati». Certo è che, vista la «grande risonanza presso l’opinione pubblica» di tali eventi, ci si sarebbe attesi qualcosa di più che il conferimento di un incarico legale da parte del presidente della Provincia. E magari pure qualche parola dalla sfuggente sua maggioranza e dalle ancora più sfuggenti opposizioni, dentro e fuori il Palazzo. Il mutismo è un obbligo?