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IL MANDATO
Rino Daloiso
18 Giugno 2020
Il Palazzo della Disfida, in via Cialdini
BARLETTA - Il contrordine, dunque, si è manifestato cinque giorni dopo l’«ordine», in modo uguale e contrario. Se la delibera approvata dalla Giunta Cannito venerdì 12 giugno aveva cristallizzato la rinuncia al diritto di prelazione sul primo piano del palazzo trecentesco al pianterreno del quale avvenne l’«offesa» da cui scaturì la celebre Disfida del 1503, il provvedimento adottato ieri, invece, ha fotografato l’inversione radicale prodotta lunedì sera dal voto unanime del Consiglio comunale, con assenza di parte della maggioranza.
Insomma, l’appartamento (205mila euro, per 196 metri quadrati) che venerdì non suscitava alcun interesse all’acquisto da parte dell’Amministrazione, ora è ritenuto «di inestimabile valore storico e culturale al fine di promuovere la Disfida di Barletta». Tanto che sindaco e assessori hanno dato mandato «al dirigente del Settore Demanio e Patrimonio, dott.ssa Rosa Di Palma, di procedere alle verifiche tecniche e catastali per l’analisi di ogni accessorio, accessione, diritto, azione, dipendenza e pertinenza, servitù attiva e passiva, apparenti e non, fissi, infissi, passi ed accessi, nulla escluso od eccettuato, il tutto come posseduto, dagli intestatari delle unità immobiliari di tutto il fabbricato ai fini della predisposizione dell’atto Giuntale per l’adozione dell’indirizzo utile ad esercitare il diritto di prelazione sull’unità immobiliare oggetto di compravendita, nonché per la stima del valore delle restanti unità immobiliari dell’intero fabbricato.
Sempre la Giunta, ha dato mandato al «dirigente del Settore Lavori Pubblici e manutenzioni , arch. Donato Lamacchia, di effettuare una perizia tecnica per la verifica dello stato dell’immobile anche ai fini dell’accessibilità» e «al dirigente del Settore Bilancio e Programmazione economico-finanziaria, dott. Michelangelo Nigro, di porre in essere le conseguenti attività di revisione degli atti di programmazione economico-finanziaria necessarie all’acquisto e alla valorizzazione dell’unità immobiliare».
Tutti presenti alla seduta di ieri mattina, tranne l’assessore Michele Lasala, assente anche alla seduta del 12 gugno, amministratore unico della LA.DO. srl che stava perfezionando la compravendita e del cui ruolo il sindaco ha detto di non aver saputo formalmente nulla. In mattinata si erano rincorse le voci circa una assenza anche del vicesindaco Marcello Lanotte, della cui parte politica fa parte l’assessore Lasala, ma il vice del primo cittadino ha regolarmente partecipato alla riunione e votato la revoca della rinuncia all’esercizio del diritto di prelazione. Fino in serata, inoltre, si sono rincorse le voci di dimissioni o di revoca dell’assessore Lasala, rimaste tali fino al momento di scrivere.
E i 5 Stelle, intanto, parlano di «vero e proprio naufragio dell’Amministrazione Cannito». «Quello che è successo lunedì in Consiglio - sottolineano i consiglieri comunali Maria Angela Carone, Beppe Basile e Antonio Coriolano - fa capire quanto sia frammentata la maggioranza che dovrebbe governare la nostra città. Che un componente della Giunta ritenga di non dover comunicare ai suoi stessi colleghi di essere parte interessata in un atto che stavano votando la dice lunga sulla coesione delle forze politiche di maggioranza e sul rispetto che le stesse hanno nei confronti del sindaco, al quale è ormai abbondantemente sfuggito il controllo della situazione». E poi: «Dirigenti che procedono senza alcun indirizzo politico salvo poi essere immotivatamente destituiti, screzi apertamente dichiarati, totale indecisione e grande confusione generale. Questa volta solo grazie alle opposizioni, il sindaco e la sua sgangherata maggioranza sono ritornati sui propri passi senza peraltro articolare risposte serie e credibili, salvo trincerarsi dietro un improbabile "non sapevamo"». Conclusione: «È ormai evidente che il solo collante che tiene unita questa maggioranza è la necessità di arrivare alle elezioni regionali. Dopo arriverà la resa dei conti e, forse, la fine di questa agonia. Chiedere che questa non si protragga oltre è chiedere troppo a chi non sa nemmeno cosa accade sotto il proprio naso».
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