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Canosa, museo nell’edificio Mazzini. «È un sogno che si realizza»

 
ANTONIO BUFANO

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ANTONIO BUFANO

L’edificio comunale «Mazzini»

Michele Fontana ricorda difficoltà e impegno dei pionieri della Fondazione archeologica

Giovedì 30 Aprile 2020, 11:43

CANOSA - Canosa, con i suoi tremila anni di storia, è considerata uno dei principali centri archeologici della Puglia. Nel corso dei secoli, purtroppo, i reperti e i vasi canosini sono stati o trafugati per andare ad arricchire collezioni private o inviati in altri musei in tutto il mondo. Ritroviamo, infatti, molti reperti e vasi nei principali musei italiani (Museo di Taranto) e del mondo (Louvre a Parigi, British Museum a Londra, con i vasi canosini antropomorfi unici al mondo). Nei primi del ‘900 il canosino Gaetano Maddalena diede vita ad un piccolo museo civico, utilizzando alcune stanze del Comune, ma questa nobile iniziativa sin da subito risultò insufficiente rispetto agli innumerevoli reperti che venivano portati alla luce. A distanza di circa novant’anni il dott. Michele Fontana raggruppò uno sparuto gruppo di canosini, che condivisero con lui la sua idea di creare una «Fondazione archeologica» che avesse come obiettivo principale quello di riportare i reperti archeologici e i vasi a Canosa, in un museo che potesse contenerli tutti, dando giusto lustro e importanza alla città.

All’inizio risultò molto duro superare la “diffidenza” degli organi statali (funzionari della Soprintendenza e della Regione) e anche di molti canosini, ma questo sparuto gruppo di canosini, coordinati e guidati da Michele Fontana, non si fece abbattere dalle difficoltà. Così nacque, nel 1993, la «Fondazione archeologica canosina», che, grazie alla volontà e alle competenze sia del suo primo presidente e fondatore Michele Fontana sia dei presidenti che lo seguirono (Giuseppe Zaccaro, Giovanni Destino e Sabino Silvestri) e, soprattutto, con il lavoro di tanti volontari, riuscì ad organizzare diverse mostre ed eventi. Anno dopo anno la Fondazione divenne una realtà importante nel panorama archeologico della provincia e nel 1994 l’allora presidente Fontana, inaugurò un piccolo museo “Palazzo Sinesi”, e la mostra «Sulla via mediterranea» con gli ori e i reperti archeologici, fatti venire anche dal museo di Taranto, grazie alla disponibilità dell’allora soprintendente Giuseppe Andreassi. Da allora sono passati quasi trent’anni e, grazie al lavoro incessante di tutti i membri della Fondazione e dei tanti giovani volontari, sono state realizzate diverse mostre ed eventi, che hanno attirato anche tanti turisti.

Ora la grande svolta: l’apertura all’edificio “Mazzini” come Museo nazionale, che darà lustro alla città, dando ampia rilevanza alla grandezza culturale, economica e sociale dell’antica Canusium. Il grande sogno di Michele Fontana e di quello sparuto gruppo di canosini si sta realizzando. Sogno ora condiviso con tutta la cittadinanza, che porterà, di sicuro, turismo e benessere a tutti. «Esprimo -annota Sergio Fontana, presidente della Fondazione - un sentito grazie, a nome mio e di tutta la Fac, al Ministero per le attività culturali ed il turismo, alla Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Bat e Foggia, al Polo museale di Puglia, alla Regione Puglia, alla Provincia Bat, al sindaco e a tutta l’Amministrazione comunale di Canosa, che hanno creduto e contribuito alla realizzazione di un sogno: l’ubicazione presso l’edificio “Mazzini” del Museo nazionale».

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