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Trani, il Csm conferma procuratore Di Maio 

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Trani, il Csm conferma: per procuratore Di Maio investitura bis

Dopo lo stop del Consiglio di Stato: 16 voti al magistrato siciliano, 5 al barese Nitti

Giovedì 14 Febbraio 2019, 09:21

BARI - A ottobre il Consiglio di Stato aveva annullato la nomina per un vizio di motivazione. Ieri il Csm l’ha riconfermata: Antonino Di Maio, 55 anni, di Catania, è il procuratore della Repubblica di Trani, battendo (per 16 voti a 5, con due astensioni) il pm di Bari, Renato Nitti, che contro quella scelta si era rivolto ai giudici amministrativi.
Il plenum di Palazzo dei Marescialli ha dunque approvato la proposta di maggioranza della Quinta commissione (relatore Antonio Lepre di Magistratura indipendente), votata anche da Unicost, dai laici di Lega e Forza Italia e da Fulvio Gigliotti del M5S. Per Nitti si sono schierati i togati di Area e il laico grillino Benedetti, mentre si sono astenuti i togati di Ai (tra cui Davigo), il pg di Cassazione Fuzio e l’altro laico M5S Filippo Donati.
Il plenum ad aprile 2017 aveva scelto Di Maio come successore di Carlo Capristo (passato a guidare la Procura di Taranto). Ma i giudici di Palazzo Spada avevano trovato contraddittoria la motivazione a favore di Di Maio sull’idoneità a svolgere funzioni direttive. Secondo la nuova valutazione licenziata ieri a maggioranza, i due candidati possono essere considerati equivalenti. Il curriculum di Nitti, però, «per quanto apprezzabile, non può certo portare ad un giudizio di prevalenza» perché Di Maio può vantare una «esperienza più ricca» avendo lavorato in un maggior numero di uffici di Procura. Alla fine ha pesato anche il fatto che il magistrato romano è «più anziano di ruolo di quasi quattro anni».

Le polemiche non sono mancate. Secondo Cascini si tratterebbe di «una nomina illegittima che il Consiglio di Stato annullerà, e che porterà noi, per la prima volta, non il precedente Consiglio, ad eludere sfacciatamente il giudicato», ma Lepre ribatte che la scelta «conferma stabilità ad un ufficio requirente che opera in una realtà molto delicata». Il riferimento è all’attività di «bonifica» che Di Maio ha già avviato, dallo scorso anno, a seguito dei procedimenti disciplinari a carico degli ex pm Antonio Savasta e Luigi Scimè, con la necessità di un ulteriore risanamento, anche etico, della Procura di Trani: per questo - sembra essere il ragionamento - senza nulla togliere a Nitti, magistrato esperto che ha guidato inchieste importanti, già nel 2017 era stato preferito un candidato estraneo alla Puglia. E anche secondo Corrado Cartoni (Mi) la scelta di Di Maio è «assolutamente legittima». Durante il plenum era intervenuto anche il barese Giovanni Zaccaro: «Renato Nitti - ha detto - è il migliore dei candidati, è quello che ha più attitudini, solo Nitti ha avuto deleghe organizzative e da diversi procuratori».
Tuttavia Di Maio è stato votato da due diversi Csm, quello a trazione Pd del 2017 e quello gialloblù attuale. Oggi l’ufficio tranese è a pieno organico (un aggiunto, Ettore Bianchi, e 10 pm), con un piano organizzativo già approvato e messo in esecuzione fin dallo scorso maggio. Di Maio ha preferito non commentare la nomina, limitandosi ad esprimere «soddisfazione». 

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