Trani, muore d’infarto a 200 metri dall’ospedale: «Soccorsi in ritardo»
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Esposto in Procura
Redazione online
06 Gennaio 2019
ANDRIA - Entrare in ospedale sulle proprie gambe, uscirne senza vita. È il drammatico destino toccato a una 60enne andriese recatasi all’ospedale «Bonomo» di Andria per sottoporsi a due interventi definiti “di routine” dai medici. Le condizioni della donna sono precipitate in pochi giorni dopo un decorso post-operatorio molto travagliato. Il decesso è avvenuto poco prima del giorno di Natale.
«Mia madre - ricostruisce l’avvocato Giacomo Losito, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trani - era in dialisi e necessitava sicuramente di particolari attenzioni da parte del personale medico. In particolare, era stata convocata in ospedale per eseguire dei piccoli interventi propedeutici al futuro trapianto renale».
«Lunedì 10 dicembre avviene il ricovero, dopo ore di attesa dovute all’assenza di posti disponibili, presso il reparto di chirurgia del nosocomio andriese - prosegue l’avvocato Giacomo Losito -. Il giorno seguente il trasporto presso il Policlinico di Bari per sostenere la prima operazione, quella di rimozione dei calcoli biliari. Un trattamento che le causa subito un’infiammazione al pancreas».
«Rientrata all’ospedale Bonomo - continua la ricostruzione del figlio della donna - viene deciso lo spostamento del secondo intervento in programma di lì a poco. Seguono giorni difficili per la signora, che a inizio della settimana successiva comincia a mostrare timidi segnali di miglioramento. A quel punto, il primario del reparto decide di poter procedere con l’operazione di asportazione della cistifellea. Ma subito dopo quel secondo intervento, avvenuto mercoledì 19 dicembre, i sintomi manifestati dalla donna si ripresentano in maniera ancor più aggressiva».
Poi prosegue: «Sabato 22 dicembre, dopo tre giorni di agonia, nonostante le rassicurazioni costanti ricevute sino all’ultimo dai medici del reparto, il decesso. Fatale l’arresto cardiaco causato da uno shock settico. Mentre gli esami fatti nelle ultime drammatiche ore di vita hanno evidenziato anche la presenza di una pancreatite acuta oltre a perforazioni dell’intestino».
«Un quadro clinico terribile, sviluppatosi nei soli dodici giorni di ricovero presso il nosocomio andriese - conclude l’avvocato Losito - Una gestione più cauta, idonea a un soggetto dializzato avrebbe potuto scongiurare il peggio?».
Per provare a rispondere al quesito, «la famiglia ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, chiedendo alle autorità- sottolinea il figlio della donna - di fare chiarezza sulla condotta del personale medico coinvolto».
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