BARI - Nicola Sansolini ha ammesso di aver preso tangenti per 125mila euro, 80mila euro in più rispetto a quelli che la Procura di Bari gli contesta nella richiesta di giudizio immediato. Ed è su quella confessione dell’ex capo dell’Area tecnica della Asl di Bari, avvenuta nell’interrogatorio del 26 novembre, che la Procura di Bari sta proseguendo le indagini.
I nomi delle imprese che hanno pagato sono in venti pagine dell’interrogatorio di Sansolini, quelle che il procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani hanno coperto con «omissis». Sansolini, finito in carcere il 12 novembre, è andato ai domiciliari dopo la confessione in cui, inizialmente, ha provato a limitare le sue responsabilità dipingendosi come un onesto dirigente pubblico in difficoltà. «Avevo bisogno di soldi in quel periodo - mette a verbale - perché c’erano problemi a casa e quindi ho chiesto a Crisanti di darmi una mano».
Sansolini ha infatti ammesso inizialmente due dazioni da 20mila euro ciascuna (una delle quali consegnata a fine 2023 «nel vialetto del bar» dell’ospedale Di Venere, al riparo dalle telecamere della Finanza) da parte del costruttore Giovanni Crisanti, il coimputato (difeso dall’avvocato Cristian Di Giusto) che secondo l’accusa era il collettore dei soldi degli appaltatori della Asl, e altri 5mila da un altro indagato, Giuseppe Diaferia...