BARI - Nell’informativa conclusiva dell’inchiesta che il 12 novembre 2024 ha portato all’arresto di dirigenti della Asl di Bari e imprenditori ci sono oltre 40 pagine di omissis. Riguardano altri appalti aggiudicati a Donato Mottola in cambio di denaro e favori da parte di funzionari di almeno tre Comuni. E ieri, con la notifica di un provvedimento di proroga delle indagini a Mottola (l’uomo che consegnò all’ex capo della Protezione civile Mario Lerario una mazzetta di 20mila euro nascosta nella manzetta di carne) e ad altre sette persone, la segretezza ha cominciato a cadere.
Le accuse ipotizzate a vario titolo in quello che appare un secondo capitolo dell’inchiesta sono turbativa d’asta, corruzione aggravata e falso. Riguardano Mottola e l’altro imprenditore già coinvolto nel filone Protezione civile (da cui è nato quello sulla Asl), Francesco Girardi, insieme ai dirigenti Asl Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis (finiti in carcere a novembre e ora ai domiciliari). Ma ci sono anche il sindaco e il dirigente comunale dei lavori pubblici di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo (centrodestra) e Antonino Del Vecchio, il dirigente della Viabilità della Provincia Bat, Lorenzo Fruscio, e un ex dirigente del Comune di Bitritto ora al Comune di Bari. Si tratta, appunto, di ipotesi che dovranno essere riscontrate: le indagini potrebbero portare anche a chiarire l’estraneità delle persone coinvolte.
Gli appalti...