Vito Leccese, primo Natale da sindaco, tanto lavoro alle spalle, ma anche tante sfide da affrontare. Tre aggettivi per definire i primi sei mesi di mandato.
«Certo densi. Ero consapevole della grande mole di lavoro da affrontare soprattutto nella fase di start up, anche per effetto del ritardo della convalida degli eletti in consiglio che mi ha impedito di avere immediatamente dei compagni di viaggio nel governo della città».
Secondo?
«Impegnativi. Ho dovuto affrontare subito alcune questioni, a partire dall’emergenza Casa, con la cancellazione delle risorse per il contributo alloggiativo da parte del governo nazionale, che adesso è stato ripristinato consentendo a duemila famiglie in difficoltà socioeconomiche di avere avere un sostegno al reddito. Ho dovuto fare i salti mortali e mi è costato anche un po’ di pasticcio sul piano politico, con annesse critiche, vedi la giunta ponte, ma serviva a mettere in sicurezza 3,6 milioni. Però sono molto contento perché nonostante critiche e strumentalizzazioni politiche, ho raggiunto un obiettivo che dà il senso dell’impostazione del mio mandato».
Ovvero.
«La coesione sociale è alla base del mio modo di intendere il governo cittadino. Il futuro della città non può prescindere dalla tenuta sociale della stessa. Può essere anche la più bella del mondo, ma se non c’è l’anima che tiene insieme la comunità, la città è bella senz’anima, se mi passa (ride, ndr) la citazione di Cocciante».
E il terzo aggettivo?
«Entusiasmante. Ho riscoperto il valore e la tensione del rapporto diretto con i cittadini. Ho lavorato tanti anni dietro le quinte, oggi il contatto diretto crea una grande tensione interiore. È una gratificazione dello spirito. È quella spinta che ti dà la forza di affrontare emergenze, problemi e le tante situazioni che nascono quotidianamente, di buttare il cuore all’ostacolo. Il lavoro del sindaco è molto complesso, soprattutto dopo vent’anni in cui è diventato una figura di riferimento, perché è l’istituzione di vicinato, che ha un rapporto così intenso con il cittadino elettore, portatore di interesse, di speranza, di bisogni. Quando torni a casa e sei stanco, l’aver risolto anche un solo problema ti gratifica a livello interiore e il giorno dopo ti dà la nuova carica per affrontarne di nuovi».
Qual è stato il momento più difficile?
«Quando ho firmato le ordinanze per la sicurezza, in particolar modo quella dell’Umbertino...