BARI - Nel passaggio dal primo turno al ballottaggio le elezioni amministrative di Bari hanno perso per strada la bellezza di 51mila voti. Quelli che mancano tra le 153mila preferenze ottenute dai candidati sindaco l’8 e 9 giugno e le appena 102mila che hanno deciso l’elezione di Vito Leccese, e che hanno portato l’affluenza a scendere ad appena il 37,53%. Il dato più basso d’Italia.
Un calo dei votanti del 33% tra primo e secondo turno che ha colpito entrambi i candidati ma che ha penalizzato maggiormente Fabio Romito. L’esponente del centrodestra aveva esordito con 44.709 preferenze, diventate 30.481 al ballottaggio: 14mila in meno. Leccese ha perso qualcosa, ma in proporzione molto meno come testimonia il rapporto percentuale con cui è diventato sindaco (70,27%): 73.735 preferenze al primo turno, 72.038 al ballottaggio. Sulla carta Leccese avrebbe dovuto sommare ai «suoi» voti personali i 33.402 presi al primo turno dal candidato sindaco Michele Laforgia. Su questo, però, si possono fare solo supposizioni.
Una stima di Youtrend sui flussi (si tratta appunto di stime, non supportate da dati oggettivi) ritiene che al ballottaggio siano tornati alle urne solo il 59% degli elettori di Leccese e il 52% di quelli di Romito. Ne conseguirebbe - sempre secondo le stime di Youtrend - che l’80% degli elettori di Laforgia del primo turno avrebbe scelto Leccese, mentre il 16% avrebbe virato su Romito...