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Prostituzione minorile a Bari, l'arrestato: «Non ero il suo padrone, lei libera delle sue scelte»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Prostituzione minorile a Bari, l'arrestato: «Non ero il suo padrone, lei libera delle sue scelte»

Nicola Basile, 25enne barese arrestato anche lui con l’accusa di induzione alla prostituzione: «Avevamo una relazione, non ho mai preso soldi»

Mercoledì 29 Maggio 2024, 09:54

bari Approderà domani davanti al Tribunale del Riesame l’inchiesta sul giro di prostituzione minorile a Bari. Al vaglio dei giudici le posizioni dell’avvocato leccese Stefano Chiriatti (difeso da Luigi Covella), sottoposto ad obbligo di dimora con l’ipotesi di prostituzione minorile, e di Elisabetta Manzari (difesa dall’avvocato Nicolò Nono Dachille), in carcere con l’accusa più grave di induzione alla prostituzione. Stando alle accuse della procura, il professionista salentino il 15 gennaio 2022 avrebbe partecipato ad un incontro con due ragazze minorenni in un noto albergo del centro di Bari, insieme con l’imprenditore leccese Fabio Carlino, attualmente ai domiciliari. La Manzari, invece, avrebbe partecipato all’attività di prostituzione accompagnando le ragazze nelle strutture recettive e occupandosi di ricevere le telefonate dei clienti.

Intanto, emergono alcuni dettagli sul lungo interrogatorio reso da Nicola Basile, 25enne barese arrestato anche lui con l’accusa di induzione alla prostituzione. «Con la ragazza mi conosco da quindici anni praticamente, perché i nostri genitori sono amici d’infanzia e quindi abbiamo conoscenza da quindici anni, oltre quindici anni. Nell’ultimo periodo comunque mi frequentavo con lei perché ci piacevamo a vicenda, cioè ci frequentavamo praticamente ogni giorno. E successe che poi iniziammo a consumare rapporti consenzienti per entrambi, prima che successe il fatto. Dopodiché con lei non ho più avuto più niente a che fare».

In altre parole, Basile ha dichiarato che con la presunta vittima c’era una relazione sentimentale, durata circa un anno e mezzo, poi interrotta in seguito alle successive frequentazioni della giovane. «Successe - ha precisato - che poi lei aveva a che fare con altre amiche sue che io non conosco, che queste amiche adoperavano nel mondo della prostituzione, avevano dei giri loro, e lei si addentrò tramite queste amiche in questi gruppi. Solo che io non c’entravo niente in questa storia».

Nessuno scambio di denaro, quindi. «Non ho mai preso soldi - ha chiarito Basile senza esitazione - a parte una volta dove lei privatamente per i fatti suoi ha fatto ciò che ha fatto e lei mi regalò 80 euro, perché l’accompagnai a casa, per la benzina. Non ho mai tratto guadagno da questa sua attività». «Aveva queste amiche sue - racconta ancora - l’Albanese, la Lopez, che già lavoravano in questo settore e lei chiese di entrarci a far parte tramite loro. In confidenza parlandone: “Io ho bisogno di soldi, queste amiche mie fanno un sacco di soldi” ed alla fine io non ero fidanzato ufficialmente, però mi frequentavo abitualmente con la ragazza, quindi più di dirle: “Fai quello che vuoi della tua vita, io non posso essere il tuo padrone, cioè alla fine non comando nella tua vita, sei libera di fare ciò che vuoi”».

Basile parla poi dei rapporti con le altre indagate: «Non ho mai avuto rapporto di amicizia con la Manzari, la conoscevo “ciao”, cioè in modo superfluo diciamo, la conoscevo di vista, sapevo chi fosse, però non ho mai avuto una conversazione con la Manzari. Albanese la conoscevo perché appunto era l’ex di un amico mio». Il giovane poi spiega di aver dato il numero della ragazza ad un suo amico, indicato dallo stesso come un frequentatore di escort: «Dopo giorni mi disse: “Mi sono visto, gli ho dato 400 euro”».

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