BARI - Non sono trascorsi molti mesi dall’iconica protesta degli studenti in tenda, che ha portato gli universitari di tutta Italia davanti a rettorati e atenei - incluso quello di Bari – uniti contro un unico nemico: il caro affitti. Il nuovo anno accademico è alle porte, e già dai mesi estivi il tram tram del «cerco casa» ha occupato le agende degli studenti.
E cosa è cambiato dallo scorso anno? Nulla, anzi. La situazione sembra essere peggiorate e a confermarlo sono i dati delle piattaforme del settore, ma anche gli annunci online e le testimonianze dei giovani, che in questi giorni tornano ad affollare piazza Cesare Battisti per le sessioni di esami.
Secondo un’indagine di Immobiliare.it Insights, una stanza singola in affitto nel capoluogo pugliese può costare, in media, 365 euro. Nella classifica nazionale, Bari si posiziona in una fascia intermedia (tra i 626 euro per una singola di Milano, capolista, e i 238 euro di Catania). Tuttavia, il costo medio delle stanze è aumento, in un anno, del 29%. Un’oscillazione importante, che causa tanta frustrazione e tanti mesi di ricerca.
Giacomo, studente magistrale di Ingegneria gestionale, racconta di aver visitato almeno sei case nell’ultimo mese, ma di aver contattato molti più proprietari. «Molte stanze non ci arrivo a vederle, vanno a ruba - spiega -. Il problema è proprio che ce ne sono poche, soprattutto per ragazzi. O sei il primo a vedere l’annuncio e ad avere l’appuntamento o è persa. I prezzi si stanno alzando molto velocemente, le case sono vecchie, soprattutto bagni e cucine».
In effetti, basta dare un’occhiata ai post sui gruppi Facebook dedicati agli affitti di stanze e appartamenti, dove per ogni annuncio si susseguono decine di commenti (a volte destinati a rimanere senza risposta). E questo anche per case che, a giudicare dalle foto, non sono messe benissimo. A quelli che specificano di avere un budget che si attesta tra i 200 e i 250 euro, poi, va ancora peggio: i loro messaggi sono persi nel caos di post, immagini, sondaggi e tanto altro senza nemmeno un’interazione.
«Ormai sotto i 300 euro trovi poco o in condizioni pessime - racconta Stefania, studentessa di Comunicazione -. L’anno scorso ero in un appuntamento in via Dante, l’acqua calda era un miracolo e la pressione sempre bassissima».
Qualche annuncio online a conferma del fatto: «Singola con balcone in appartamento ristrutturato (ma il mobilio in foto è vecchio, ndr), a due passi dal Politecnico e dal Policlinico, 350 euro spese escluse». «In via Sabini, stanza singola di 13 metri quadri con letto da una piazza e mezza, 300 euro, escluso utenze e spese condominiali. Stanza singola di 20 metri quadri a 380 euro».
C’è anche chi, scoraggiato dai prezzi troppo alti, preferisce fare da pendolare, viaggiando ogni giorno da Taranto verso Bari. «L’abbonamento mensile per la tratta costa circa 120 euro - racconta Josephine, studentessa di Scienze Sociali -. Ho provato a cercare le stanze, ma parliamo di affitti sui 300 euro. Aggiungici le spese varie… nella mia situazione non mi conveniva. Adesso sono in attesa di sapere se avrò un alloggio Adisu. L’anno scorso non l’ho ottenuto e ho fatto da pendolare».
Proprio le residenze per studenti sono state al centro delle proteste degli scorsi mesi. Il risultato ottenuto è stato quello dell’ampliamento della platea dei beneficiari, con l’innalzamento della soglia Isee, e un aumento dei posti negli alloggi (circa 300 tra soggetti privati e strutture ricettive tra Lecce, Bari e Foggia).
TRA LIBRI, VITTO E TASSE SI ARRIVA A 500 EURO
L’Italia è tra i Paesi con meno laureati d’Europa. Lo confermano i dati Istat. E, guardando ai territori, il Mezzogiorno risulta particolarmente svantaggiato: è laureato un giovane su cinque (20,7%), contro tre giovani su dieci nel Centro e nel Nord (30%).
Sarebbe superficiale, in questo quadro, guardare al dito e non alla luna, incolpando i giovani e non il difficile quadro socio-economico. Il problema non riguarda solo gli affitti: gli studenti – specialmente le loro famiglie - devono addossarsi anche il peso delle spese per il cibo e il resto delle spese extra, tra cui quelle delle tasse universitarie e dei libri di testo.
Martina, studentessa di ingegneria gestionale al Politecnico di Bari, è tra le poche fortunata a pagare meno di 200 euro per un posto letto («180 in una camera doppia, in una casa che potrebbe essere migliorata, ad esempio per quanto riguarda porte e infissi»), ma spende la stessa cifra per vivere a Bari: «Pago 65 euro tra bollette e spese per la casa, e circa 150 per mangiare». Vale a dire, più di 200 euro.
Numeri che confermano, all’incirca, anche altri studenti. Cesare, studente di Comunicazione, ad esempio, parla di «150, 170 euro tra cibo e utenze». Se, ad essere ottimisti, un ragazzo paga un posto letto 250 euro, per la sua famiglia in totale vanno via 450, 500 euro. Cifra che, in un nucleo con un solo stipendio, ha un peso non indifferente.
Va meglio per quanto riguarda i libri di testo e materiale per la didattica. Valeria, studentessa dell’Ateneo iscritta al secondo anno di università, racconta che «per fortuna i professori non causano problemi per fotocopie ed altro»; altri tre ragazzi riferiscono che i docenti non si sottraggono dal passare slide e dispense. La collaborazione dei docenti, in questo senso, sarà sempre più necessaria, visto che molte copisterie (soprattutto in zona Ateneo) rifiutano di fotocopiare libri (dal momento che è illegale).
Anche al Politecnico, racconta ancora Martina, i professori sono disponibili e, «se proprio necessario, prendiamo i libri in prestito dalla biblioteca». Ma non a tutti va così bene. Luca, studente del dipartimento di Umanistica, racconta di «ragazzi bocciati da una professoressa – tra cui anche io – per essersi presentati all’appello con una copia fotocopiata del suo manuale di testo, che ho dovuto ricomprare poi usato (e non costava poco)».
Il regolamento di Ateneo, va ricordato, permette la fotocopiatura di libri inventariati nella Biblioteca.
L’Università degli Studi di Bari, da qualche anno, mette in campo mille borse di studio (erano 900 l’anno scorso) dal valore di 500 euro, destinate a studenti meritevoli e in condizioni di disagio economico che non abbiano già usufruito di altri benefici. Bastano? «A saperlo – risponde Valeria – non l’ho ottenuta. Diciamo che per i criteri che ha è praticamente impossibile riuscire ad averla da matricola».