Sabato 06 Settembre 2025 | 18:44

Bari, tenta di gettarsi sotto le auto: un finanziere gli salva la vita

 
Luca Natile

Reporter:

Luca Natile

Bari, tenta di gettarsi sotto le auto: un finanziere gli salva la vita

È accaduto nel cuore della notte sulla ss16 tra Mola e Torre a Mare

Domenica 14 Maggio 2023, 13:32

BARI - «Mi aiuti a morire, la prego. Ho deluso tutti. Per me continuare a vivere oramai non ha più senso». Mezzanotte, statale 16, nello specchietto retrovisore, appaiono lontani i riflessi delle luci di Mola. Davanti, al centro della corsia, si vedono solo le strisce bianche della mezzeria. Lungo i bordi della carreggiata il buio disegna di un colore nero come la pece le sagome delle case di Torre a Mare. Come in un film dell’orrore dal buio, improvvisamente, salta fuori un uomo che a braccia aperte corre verso il muso dell’automobile. I fari della vettura come il flash di una macchina fotografica lo illumina. All’uomo che si trova alla guida, il maresciallo Paolo Eugenio Macrì, di Ardore, piccolo comune sulla costa ionica, nella provincia di Reggio Calabria, istruttore presso la Legione allievi finanziari di Bari, fuori dal servizio e di ritorno in caserma, quasi viene un infarto.

La presenza di spirito e la prontezza dei riflessi gli consentono di frenare senza perdere il controllo del mezzo e accostare. Sulla corsia opposta si vedono distintamente le luci di una Fiat 600 schiantata contro la barriera Jersey di calcestruzzo che delimita la sede stradale. Il finanziere abbassa il finestrino, l’uomo che ha appena evitato di travolgere, quasi barcollando si avvicina e gli chiede aiuto, ma non quello che Macrì si aspetta «Mi aiuti a morire sono stanco di vivere» gli dice singhiozzando. Il militare comprende subito la gravità della situazione. Quello sconosciuto, completamente fuori di senno, ha appena tentato di togliersi la vita. La prima volta lanciandosi a tutta velocità con la sua 600 contro il Jersey, la seconda scavalcando lo spartitraffico e mettendosi al centro della corsia a braccia aperte. È un attimo. Il militare accende le frecce, scende della vettura, pianta il triangolo di segnalazione e si avvicina all’aspirante suicida, scosso dai singhiozzi.

Gli parla con calma, cerca di guadagnarne la fiducia. Lo sconosciuto continua a piangere e ad invocare la morte, ma sembra calmarsi. Arrivano altre auto. L’uomo, età apparente 50 anni, tenta nuovamente di farsi travolgere, tenta di lanciarsi sotto le ruote delle macchine in arrivo ma il maresciallo Macrì lo blocca, quasi placcandolo. Continua a mostrarsi calmo e mentre gli parla riesce a lanciare un Sos telefonico. Dopo quindici minuti arrivano i carabinieri ed i soccorritori del 118. L’uomo che voleva porre fine alla sua esistenza smette di piangere, un po’ la volta esce dalla crisi. Lo portano in ospedale. Prima di salire in ambulanza si avvicina a Macrì e lo ringrazia: «Se non avessi incontrato te avrei continuato a cercare la morte. Mi hai salvato. Gli angeli custodi esistono».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)