TURI - Doppia tragedia familiare a Turi, in provincia di Bari. Martedì mattina un anziano padre di 87 anni ha tentato di uccidere nel sonno, con una coltellata al collo, suo figlio 53enne. Ieri mattina, 24 ore dopo, il secondo tragico epilogo: l’anziano, agli arresti domiciliari, si è tolto la vita ingerendo pesticidi per agricoltura.
È una storia di esasperazione, di disagio, di disturbi psicologici, abuso di alcol e assenza di lavoro. Forse di un sistema di welfare che non riesce a intercettare efficacemente tutte le situazione di bisogno. E così una relazione conflittuale padre-figlio si è trasformata in un tentato omicidio-suicido.
Il 53enne anni fa era riuscito a trovare un lavoro stabile che, però, poco dopo era stato costretto a lasciare a causa dei suoi disturbi psicologici. Da quel momento, è rimasto senza occupazione. Sarebbe poi subentrata anche una alcol dipendenza e difficoltà economiche. La depressione nervosa era la sua unica compagna esistenziale, con cui faceva i conti tutti i giorni, diventata ingestibile dopo la morte della mamma. Era seguito da tempo dai servizi sociali del Comune ma, evidentemente, non era bastato a rasserenare gli animi.
Due giorni fa, l’inizio della tragedia. Alle 3,30 circa, il padre, esasperato da questa situazione ha accoltellato il figlio alla gola mentre dormiva. Il 53enne, dimenandosi e urlando spaventato dopo essere stato svegliato all’improvviso dall’ombra oscura del padre al capezzale del suo letto, sarebbe riuscito a deviare i fendenti della lama impedendo che venisse colpita l’arteria carotide, vitale, nel qual caso sarebbe morto in pochi istanti. In casa, in un’altra stanza, dormiva l’altro figlio, che vive in Lombardia con la famiglia ma in questi giorni era in visita ai suoi cari in Puglia e che in 48 ore ha perso tutto ciò che gli restava della sua famiglia.
A chiamare i carabinieri e il 118 sarebbero stati i vicini di casa, allertati dalle urla. Il 53enne è finito in ospedale e fortunatamente non rischia la vita. Intanto l’anziano padre è stato arrestato in flagranza, ai domiciliari, in attesa di convalida della misura. Alcune ore dopo, forse divorato dal senso di colpa, ha deciso di farla finita e quel gesto violento che aveva rivolto contro il figlio in un momento di disperazione, lo ha riversato su se stesso, avvelenandosi. Non ci sarà autopsia, non ci sono responsabilità da accertare e colpe da perseguire. La vicenda giudiziaria è chiusa. Anzi lo sarà oggi, in Tribunale, quando si celebrerà una surreale udienza di convalida dell’arresto in flagranza dell’87enne. Non c’è più un detenuto da processare. Morte del reo sarà formalmente scritto sugli atti.