BARI - Jason Horowitz, corrispondente del New York Times da Roma, torna a Bari per parlare delle ripercussioni in Italia del conflitto russo-ucraino. Mette da parte, questa volta, l’affaire orecchiette: nel 2019 il suo celebre pezzo “Make it a crime of pasta” aveva portato l’Arco basso e le sue donne al centro di una polemica internazionale, scoppiata in seguito alla richiesta di applicare regole fiscali e igienico-sanitarie alla tradizionale vendita di pasta per strada. Oggi è un altro caposaldo della storia barese ad attirare il giornalista statunitense: il culto di San Nicola, che fa, letteralmente, della città adriatica “un inaspettato satellite per la sofferenza e l’amarezza del conflitto”. Bari, popolata in maniera quasi equivalente da cittadini russi e ucraini, si presta come termometro della tensione: la cripta della basilica di San Nicola è il luogo in cui cittadini russi e ucraini si incontrano, pregano insieme, ma all’occorrenza discutono anche sulle ragioni dell’una e dell’altra parte. Non solo l’antica basilica, ma anche la novecentesca Chiesa ortodossa nel quartiere Carrassi diventa terreno di scontro: dal 2009 restituita formalmente alla Federazione russa, si legge sul Nyt, è adesso chiusa al pubblico. Diverse le donne ucraine, russe e bielorusse, intervistate da Horowitz: tutte allo stesso modo devote del santo di Myra, tutte aspettano il miracolo. In foto, l’articolo pubblicato il 7 marzo 2022 sul nytimes.com

Si raccontano la preghiera in Basilica dei fedeli ortodossi affranti, alcuni con addosso la bandiera ucraina, nonché la statua del Santo donata da Putin che è nella piazza
Martedì 08 Marzo 2022, 17:27
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