Il fenomeno dell’abusivismo si evolve e si aggiorna, coinvolgendo anche la delicata prassi dei tamponi a domicilio. A denunciare il fenomeno, anche attraverso una segnalazione ai Carabinieri, è la sindaca di Cassano, il medico di base Maria Pia Di Medio. L’impressione è che di fronte alle disfunzioni di una sanità pubblica oggettivamente sotto pressione stia prendendo piede il «mercato nero» dei tamponi a domicilio, a colmare un evidente bisogno.
La sindaca Di Medio annota sulla pagina Facebook del Comune: «Si è venuti a conoscenza che continua l’attività di esecuzione tamponi a domicilio da parte di soggetti privati non autorizzati dal Servizio sanitario nazionale. Premesso che non sono garantiti gli esiti di tali tamponi - afferma Di Medio -, si configura reato l’esecuzione senza il rilascio di certificazione, oltre al reato di “diffusione del virus” nel caso della presenza di soggetti positivi. Si rileva, infatti, che coloro che si recano presso le abitazioni per eseguire i “tamponi” lo fanno senza protezioni (cioè non indossano le tute integrali, i guanti, le visiere e mascherine). Questi comportamenti sono altamente pericolosi e non rispettosi delle direttive dell’Istituto superiore di sanità, nonché della salute collettiva. Si invitano pertanto i cittadini a non usufruire di queste “attività” per loro stessa sicurezza e ai soggetti di cui sopra a bloccare la loro illecita attività». La nota di denuncia prosegue: «Si coglie l’occasione per ribadire che i soggetti che sono stati a contatto con positivi devono comunque osservare il periodo di quarantena di 14 giorni anche se ad un primo tampone risultano negativi ed insieme a loro tutti i conviventi. Infatti, si stanno osservando positivizzazioni anche dopo 10-14 giorni. È necessario, pertanto, programmare i tamponi al 14esimo giorno e solo dopo il risultato si può riprendere l’attività lavorativa o uscire. Inoltre, si ricorda che anche i soggetti vaccinati devono indossare le mascherine e osservare le disposizioni di prevenzione poiché, anche se loro stessi possono non ammalarsi, possono comunque essere portatori del virus e trasmetterlo», puntualizza la dottoressa Di Medio.
Gratta gratta, i soliti bene informati riferiscono che le vendite on line dei test anti covid sarebbero in forte crescita come, d’altronde, le richieste degli utenti che pur di conoscere il proprio stato di salute appaiono disposti a «bussare» anche al mercato parallelo, quello illegale. La forte necessità di conoscere se si è positivi o no e d’altra parte la possibilità di guadagni rapidi può incrementare la pratica illegale.
Il risultato è che senza un test attendibile il rischio d’infezione può salire esponenzialmente.
Vale la pena di riepilogare le tipologie di test in uso oggi: il tampone nasofaringeo (ritenuto il più affidabile), il test sierologico (che rileva nel sangue gli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in base all’infezione), il test rapido nasofaringeo (che conferma o meno l’avvenuta infezione) e il test salivare (veloce ma sicuro solo se il laboratorio è dotato di idonea e precisa strumentazione).
Quindi giocare al «piccolo chimico» con la salute sicuramente non è la migliore delle soluzioni. L’invito delle istituzioni è a diffidare sempre di questi operatori privati che sono pronti a presentarsi alla porta di casa, ovviamente a pagamento.