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Redazione online
11 Gennaio 2021
Palazzo di Giustizia di Bari
BARI - «Si continua a parlare di 'silente controllo esternò da parte dell’avvocatura, come se quest’ultima avesse l’obiettivo di spiare dal buco della serratura e non quello di garantire la trasparenza delle istituzioni». Così 31 associazioni forensi baresi, prima firmataria la Camera penale di Bari, rispondono in una nota alle recenti dichiarazioni del coordinamento di magistrati «Autonomia e Indipendenza» sull'abolizione del «diritto di tribuna» nel Consiglio giudiziario di Bari, cioè la possibilità per i componenti laici (tre avvocati e un docente universitario) di partecipare, senza diritto di voto, alle sedute sulle valutazioni dei magistrati. "Leggiamo la nota di una corrente della magistratura - scrivono gli avvocati - che plaude ai membri elettivi del Consiglio giudiziario di Bari per avere 'coraggiosamentè abrogato il diritto di tribuna dei membri laici. Il coraggio sarebbe dimostrato dall’avere resistito a 'pressanti sollecitazioni anche interne alla magistraturà e a 'suggestivi e strumentali attacchi di organismi della avvocatura e dell’informazionè. Inquieta chiunque abbia a cuore le sorti della giustizia - proseguono le associazioni forensi - il fatto che persistano pressanti sollecitazioni interne alla magistratura e che si ritenga coraggioso chi semplicemente vi resiste». "L'avvocatura - aggiungono - non ha certamente l’obiettivo di attaccare la magistratura, con la quale si è sempre onorata di collaborare nell’unico interesse della Giustizia», evidenziando che «mentre l’avvocatura è unita, la magistratura vive purtroppo ancora forti contrasti interni che, per il bene della Giustizia, dovrebbe cercare di risolvere».
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