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Bari, nasconde la pistola nel pannolone della suocera

 
Luca Natile

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Luca Natile

Pistola nel pannolone della suocera

Foto Luca Turi

Gli agenti tenevano d’occhio un uomo considerato legato al clan Strisciuglio e hanno fatto irruzione nella casa. L’arma, una Bernardelli con 5 cartucce, occultata in un posto inimmaginabile. L’ammissione: «Lei è malata, non c’entra»

Sabato 18 Luglio 2020, 17:52

BARI - Sapevano che in quella casa molto probabilmente era nascosta una pistola ma non pensavano che l’avrebbero trovata nel body sanitario per incontinenza indossata dalla suocera inferma di un 38enne legato alla famiglia camorristica degli Strisciuglio. In quell’appartamento nel quartiere Stanic, i detective della Squadra Mobile ci sono arrivati indagando sul prospero mercato nero delle armi. Il sospetto che l’uomo, il cui nome è noto da tempo agli investigatori, fosse entrato in possesso dell’arma è diventata certezza quando gli agenti, facendo irruzione nell’appartamento hanno controllato anche la camera che ospitava l’anziana, allettata per una grave infermità. Infilata nell’indumento intimo hanno trovato una pistola Bernardelli calibro 6.35 con 5 cartucce. «Quel “ferro” mi appartiene, mia suocera è molto malata, non c’entra nulla» ha subito ammesso il 38enne che è stato condotto in carcere con l’accusa di possesso illegale di arma comune da sparo e relativo munizionamento.

Bari è la città delle «cupe», di piccoli e grandi arsenali disseminati nei quartieri ad alta tensione criminale.

Pistole semiautomatiche, rivoltelle Smith & Wesson, revolver a tamburo, carabine da caccia, mitragliette Skorpion, Kalashnikov, persino qualche fucile con avancarica, doppiette per la caccia, vecchi archibugi, proiettili e bombe a mano. Procurarsi una pistola, un fucile, delle cartucce, e anche qualche vecchio ordigno è facile e neppure troppo costoso. Il rapporto tra domanda e offerta è in equilibrio e questo mantiene bassi i prezzi. Basta conoscere le persone giuste e il gioco è fatto. Tra le famiglie di mafia che si contendono il controllo del territorio - secondo l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, presentata nei giorni scorsi al Parlamento - quella degli Strisciuglio a cui sarebbe vicino il 38 enne finito in carcere, gode di «una ingente disponibilità di armi. Un clan che tra tutti risulta essere quello caratterizzato da un maggiore tasso di dinamicità criminale ed efferatezza».

Le armi da guerra clandestine arrivano quasi esclusivamente dai Balcani attraverso il contrabbando. Poi c’è la pletora di pistole e fucili da caccia frutto dei bottini dei topi d’appartamento Al mercato nero paghi poco più di 1.000-1.500 euro per un bel mitra e 500-600 euro per una semiautomatica «pulita». Se ha già sparato, il prezzo scende. Difficilmente la gestione degli arsenali sfugge al controllo diretto della malavita organizzata che compra dal mercato dell’Est sfruttando gli stessi canali della droga.

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