Il caro spesa sembra ormai fuori controllo. Frutte e ortaggi rappresentano ormai un paradosso se non un indicatore di una forte speculazione. Mentre Coldiretti denuncia che rape, sedano e cicorie sono finite al macero perchè invendute, nei supermercati i pressi sugli scaffali sono da capogiro. Le arance a 3,80 euro al chilo, le zucchine a 3 euro, i peperoni a 4 euro. Una ondata speculativa chiara e inequivocabile che nessuno riesce a frenare.
A Bari la situazione sta davvero rasentando il ridicolo: qui nei supermercati i prezzi continuano ad essere fuori controllo e i ricarichi superano anche il 100 o il 150%. Colpa dei grossisti? Ai mercati generali sono ormai stufi di finire sotto accusa e parlano chiaro: i costo medi di frutta, verdura e ortaggi sono mediamente un terzo o la metà di quelli di vendita. Se Tizio vende a Caio e Caio vende a Sempronio (che è il consumatore) perchè raddoppiare e anche più i prezzi allo scaffale?
E ancora: i peperoni. In alcuni supermercati sono presenti a circa 4 euro, per non parlare delle fragole che sabato hanno sfiorano i 5 euro al chilo. Altro che gelate, come qualcuno vuol far credere: qui siamo in presenza di una vera e propria ondata speculativa che si abbatte sulla gente comune che è a corto di soldi.
“E’ deflazione nei campi - scrive Savino Muraglia, presidente regionale di Coldiretti - dove agli agricoltori si vedono pagare dall’ortofrutta all’olio oltre il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione – insite il presidente Muraglia - per colpa delle distorsioni lungo la filiera che provoca pesanti squilibri, mentre i consumatori pagano peperoni a 3,40 euro al chilo, fragole a 5 euro al chilo, zucchine a 3,50 euro al chilo, prezzi che triplicano dal campo alla tavola».
Solo nei mercati - dove arriva comunque la merce dei mercati generali all'ingrosso - i prezzi sono calmierati. Indubbiamente è legittimo per un supermercato fare un ricarico dovuto (che generalmente non supera il 50-60%) per ammortizzare i costi e garantirsi un utile, ma applicare sovrapprezzi fino al 100 o al 150% è davvero una azione al limite della legalità.
Il Comune, in queste ore, ha in corso un braccio di ferro con le rappresentante degli ambulanti che vogliono aprire ad esempio il mercato di Japigia. I timori sono alti per i rischi di contagi anche se in alcuni comuni della provincia - e nello stesso capoluogo - sono operativi alcuni rionali.
Il punto è: in attesa che vengano fatti i dovuto controlli soprattutto dalla Guardia di Finanza, cui fanno appello i consumatori, bisognerebbe pensare a come calmierare il mercato speculativo ovvero con il metodo più antico di sempre: la concorrenza. Più di uno è certo che con la maggiore offerta di prodotti a prezzi più accessibili, anche i supermercati rivedrebbero al ribasso i costi della loro merce venduta a peso d'oro. Del resto, pensare di "equilibrare" i fatturati persi (con ristoranti e bar chiusi) sulla gente comune non è corretto e onesto.