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Bari, emergenza Covid 19: stanno finendo le tute, da oggi meno ambulanze

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, emergenza Covid 19: stanno finendo le tute, da oggi meno ambulanze

Le Asl: stop al 118 senza protezioni. A Bari soltanto automediche

Venerdì 27 Marzo 2020, 15:08

BARI - La Protezione civile nazionale potrebbe consegnare oggi uno stock di materiale destinato agli ospedali, con mascherine e tute di protezione. Ma i depositi delle Asl, e in particolare quello di Bari che funge da centro di smistamento, sono ormai quasi vuoti. E così la Regione corre ai ripari. Partendo proprio da Bari, dove da oggi il 118 è stato riorganizzato per diminuire di due terzi l’utilizzo de dispositivi di protezione. Anche le altre Asl faranno lo stesso: a Lecce e Brindisi i direttori delle centrali hanno emanato un ordine di servizio che ferma l’assistenza se mancano i dispositivi.
A Bari la disposizione firmata dal direttore generale, Antonio Sanguedolce, prevede che i casi covid saranno presi in carico dalle 13 automediche in servizio sul territorio, il cui equipaggio sarà fornito di tute e mascherine. Se dopo l’intervento a casa del paziente verrà accertata la necessità di un trasporto in ospedale, interverrà anche l’ambulanza ma ci sarà uno scambio di equipaggi: quelli dell’automedica (che sono protetti) saliranno in ambulanza con il paziente, gli altri andranno via con l’auto. Un sistema forse complicato, ma che tiene conto della diminuzione dei casi e delle chiamate e - soprattutto - evita di dover rifornire anche le ambulanze.

La decisione però non piace ai sindacati. «Continuiamo ad essere esposti ai rischi - dice Nicola Gaballo, segretario regionale Fimmg 118 - e quella di Bari non è la soluzione migliore, né per noi né per la cittadinanza. A parte che il protocollo non è attuabile in pratica, la conseguenza è che le 13 automediche dedicate al covid non saranno più impiegate sulle emergenze ordinarie». Al personale del 118 barese erano state consegnate una cinquantina di tute, risultate non idonee, che la stessa Asl ha chiesto di ritirare. Ma la questione è più o meno uguale anche nel resto della Puglia, perché le giacenze di magazzino vengono consegnate prioritariamente ai reparti di assistenza. Ecco perché i medici e il personale delle ambulanze sono sul piede di guerra. «Denunciamo l’assenza di dispositivi idonei - dice Gaballo -, senza i quali da domani mattina (oggi, ndr) non saremo in grado di garantire l’assistenza».

Ciò che manca nei depositi, in Puglia come quasi ovunque nel resto d’Italia, sono le tute, le mascherine «ffp2» (quelle che si usano sulle ambulanze) e «ffp3» (reparti di terapia intensiva), mentre è gestibile la situazione che riguarda le mascherine chirurgiche (personale civile, volontari). Mancano anche le attrezzature necessarie a completare l’allestimento dei nuovi reparti di terapia intensiva (respiratori polmonari e monitor parametrici): la Protezione civile ha consegnato 5 ventilatori, il resto sta arrivando attraverso le donazioni ma arrivare ai 225 pezzi necessari così sarà difficile.
«Fino ad oggi la sanità pugliese è andata avanti solo con le proprie scorte di Dpi», denuncia il governatore Michele Emiliano. «Condivido le proteste legittime di tutto il personale sanitario della Puglia e mi sto tenendo dentro, come un pugno nello stomaco, tutti quelli che stanno approfittando di questa situazione. Ci stiamo battendo tutti insieme per recuperare il materiale necessario. Aspettiamo che la pianificazione delle attrezzature e dei dpi di cui abbiamo bisogno venga corretta e che venga regolarizzata la distribuzione» già a partire da oggi.

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