CORATO - Dopo averlo chiesto al commissario prefettizio senza ricevere alcuna risposta, si sono affidati a Babbo Natale. Ora sperano che almeno nel 2020, oramai alle porte, la «freddezza» mostrata fino ad ora dal viceprefetto Paola Schettini, si traduca in maggiore sensibilità per le sorti dello sport coratino.
Il popolo neroverde, infatti, da tempo sta chiedendo di poter riavere a disposizione il campo di calcio comunale di via Gravina che, da quando è stato giudicato inagibile, è off-limits alle società sportive e, soprattutto, all’Usd Corato Calcio la cui squadra (che milita nel campionato di Eccellenza) è costretta a giocare le partite di campionato interne sul terreno di gioco di Ruvo. Queste continue «trasferte», ovviamente, oltre che arrecare disagi alla società e alle tifoseria di casa, sta comportando anche aggravi di spese. E all’orizzonte, purtroppo, se la situazione non dovesse essere risolta, si intravede anche la compromissione del futuro calcistico della locale squadra che bene sta giocando e che, pur tra mille sacrifici, sta onorando il campionato occupando le primissime posizioni in classifica.
«Il pericolo è reale - conferma il presidente Maldera - qualora lo stadio comunale non dovesse esser essere reso agibile entro l’inizio del prossimo campionato 2020-2021, la nostra società e la città sarebbero penalizzate fortemente in quando l’eventuale vittoria del campionato non consentirebbe l’approdo nella categoria di serie “D” considerando la vigente regola d’iscrizione». Il regolamento, infatti, prevede che «l’impianto sportivo deve insistere sul territorio del Comune dove la società sportiva ha la propria sede sociale. Su richiesta delle Società, le Leghe, i Comitati e le Divisioni, in via eccezionale e per fondati motivi possono autorizzare, secondo la rispettiva competenza, le medesime Società a svolgere le loro attività in impianti diversi ed ubicati, necessariamente nella provincia, ovvero in un Comune confinante». Lo stesso Maldera, sul finire dello scorso mese di novembre, inviò una esplicita richiesta di incontro al commissario prefettizio di Corato, spiegando le ragioni della preoccupazione e dichiarandosi disposto anche a trovare delle soluzioni per accelerare l’iter burocratico «affinché lo stadio comunale possa tornare agibile per il prossimo mese di giugno».
Si potrebbe pensare, così come è avvenuto altrove, di affidare a terzi (anche alla stessa Usd Corato calcio) la gestione dello stadio comunale sulla base della stipula di apposite convenzioni.
«Purtroppo - rimarca il presidente - fino ad oggi la nostra richiesta di incontro è stata ignorata dal commissario prefettizio che guiderà le redini di Corato sino all’insediamento del prossimo sindaco. Siamo davvero preoccupati per il futuro della Corato calcistica».
Preoccupata, e non solo, è anche la tifoseria: «È vergognoso ed umiliante che una città di 50mila abitanti non possa disporre di una struttura sportiva. Chi non è appassionato non può capire il malessere che noi tifosi avvertiamo», tuona Carmine Teotino, presidente del gruppo organizzato degli Ultras Corato 1946. Si attende ora la risposta del commissario prefettizio.