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Spintoni, minacce, ingiurie vittime e carnefici sui banchi

 
Antonella Fanizzi

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Antonella Fanizzi

Spintoni, minacce, ingiurie vittime e carnefici sui banchi

Bullismo fenomeno in crescita

Il calvario di uno studente e la rabbia della madre che sporge denuncia

Venerdì 04 Maggio 2018, 10:00

di Antonella Fanizzi

BARI - Spintoni, ingiurie, lo zaino buttato per terra, le bottigliette d’acqua svuotate sulla testa. E poi le offese sulla chat della classe, fino alla volta in cui Giovanni (il nome è di fantasia) viene bloccato a bordo della sua bicicletta: un coetaneo lo costringe a scendere, sgonfia le due ruote e prende a calci i cerchioni danneggiandoli. Giovanni cerca di nascondere, per vergogna e per paura, le angherie subite. Un giorno però decide di confidare il suo malessere ai genitori che contattano la preside e alcuni insegnanti della scuola.

Il calvario del 14enne non è però ancora finito: uno dei ragazzi che lo hanno preso di mira lo minaccia di spingerlo sotto un treno, qualora Giovanni avesse trovato il coraggio di raccontare tutto.

Per la mamma, a questo punto, la misura è colma: si rivolge ai carabinieri e denuncia l’accaduto. I particolari della sofferenza che Giovanni è costretto a vivere sono elencati del verbale stilato dai carabinieri.

Quella di Giovanni è la storia di uno studente vittima di bullismo. Purtroppo non è l’unica. La madre dell’adolescente, che insegna a sua volta in un istituto superiore di Bari, riferisce di casi simili accaduti nella stessa scuola media frequentata da Giovanni. La donna ha raccolto lo sfogo di altre mamme, i cui figli non hanno la capacità di difendersi perché troppo sensibili oppure, come nel caso di Giovanni, perché affetti da deficit dell'attenzione e da iperattività.

«Mio figlio - spiega Elisa - è un alunno ADHD, quattro lettere che riassumono un disturbo evolutivo dell'autocontrollo. Mio figlio ha difficoltà nella lettura, nella scrittura e nella matematica e avrebbe bisogno, per progredire nel processo di apprendimento, di essere circondato dall’affetto dei compagni. Invece nei tre anni di scuola media è stato ghettizzato, al punto che nessuno dei suoi compagni vuole sedersi vicino a lui: ogni giorno ha accanto, nel banco, un ragazzo diverso. Suo malgrado, se ne è fatta una ragione».

Elisa, che ha adottato Giovanni all’età di due anni da un orfanotrofio dell’Ucraina, come ogni mamma per il proprio figlio vorrebbe il meglio. Si è documentata, fa seguire il ragazzo da professionisti esperti anche a casa, ma è inclemente nei confronti del sistema scolastico. «La scuola - accusa - non è inclusiva, piuttosto è distratta e permette agli studenti di alzare le barriere e di sbeffeggiare i più deboli. Sono amareggiata per come gli altri ragazzi abbiano messo mio figlio in un angolo, perché in tanti fanno quadrato intorno ai prepotenti piuttosto che schierarsi dalla parte delle vittime, ma soprattutto per l’indifferenza mostrata dalle famiglie e dai professori. Mi è stato detto di portare mio figlio in un’altra scuola, lontano dalla nostra abitazione. Giovanni, per nove ore a settimana, viene affiancato da una docente di sostegno e per ulteriori cinque da una educatrice stipendiata dal Comune. Ma la sua docente di sostegno non ha competenze specifiche: ha preso questa seconda abilitazione soltanto per ottenere una cattedra, non perché abbia accettato la sfida di contribuire al benessere e alla crescita anche culturale di Giovanni e dei ragazzi in difficoltà come lui».

Elisa è delusa e arrabbiata: «Se i bulletti di quartiere hanno gioco facile, è perché le famiglie preferiscono scrivere lettere di protesta contro mio figlio piuttosto che insegnare ai loro figli il rispetto, la comprensione, il valore delle diversità e dell’aiuto reciproco. Pure la scuola ha le sue colpe: gli insegnanti non frequentano corsi di formazione, importanti per acquisire un metodo e per relazionarsi in maniera efficace con questi alunni speciali che hanno bisogno di attenzione, di sentirsi accolti e non di essere confinati ai margini. Spesso nelle scuole, in particolare alle medie, tante situazioni sfuggono al controllo degli adulti: è accaduto negli anni scorsi che nei bagni si consumasse lo spaccio di spinelli e lo scambio di preservativi».

Giovanni, nel tempo libero, partecipa a laboratori di teatro, di inglese, fa parte di un gruppo di scout. Intanto, a scuola, deve guardarsi le spalle.

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