Domenica 07 Settembre 2025 | 07:56

Le previsioni del tempo e le previsioni per il Covid

 
Michele Partipilo

Reporter:

Michele Partipilo

Le previsioni del tempo e le previsioni per il Covid

Non è uno scherzo, perché il «gioco» di divieti, colori e orari contribuisce in maniera pesante a farci andare fuori di testa

Sabato 13 Marzo 2021, 15:29

Nel novembre 2014 i media misero in fila tredici casi di anziani morti dopo essersi vaccinati contro l’influenza. Il ministero bloccò in via precauzionale alcuni lotti delle fiale sospette per scoprire, dopo tutte le necessarie verifiche, che le cause dei decessi erano state altre.

Però quell’anno è rimasto nella storia come uno dei peggiori: il minor numero di vaccinati, il maggior numero di ammalati (6,3 milioni) e, purtroppo, il maggior numero di vittime: oltre ventimila. Non solo, la diffidenza verso le campagne antinfluenzali si è trascinata fino all’anno scorso.

Giovedì è scoppiato il caso del vaccino AstraZeneca accusato di provocare trombosi letali. In Italia fari accesi su alcune morti sospette, così come si sta facendo in altri Paesi europei. Al di là della incidenza statistica dei cosiddetti «casi avversi», che risultano essere addirittura inferiori a quelli rilevati nelle sperimentazioni, è bene che si indaghi a fondo e che sia stato sospeso l’uso del lotto incriminato del farmaco. Ciò non significa però mettere in discussione l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, l’unica vera arma a disposizione contro il Covid.

La vicenda evidenzia però, ancora una volta, quanto «strani» siano i comportamenti delle persone.

Fino a ieri abbiamo pregato, chiesto e urlato affinché le agenzie di controllo – Ema per l’Europa e Aifa per l’Italia – accelerassero il più possibile nell’autorizzazione dei vari preparati. In qualche caso si è arrivati a ipotizzare oscure manovre e indicibili interessi alla base del presunto «ritardo» nel dare il via libera.

Ora capiamo perché ci sono dei tempi che è opportuno non affrettare e perché è necessario studiare tutti i dati a disposizione. Per esempio si fa un gran parlare del russo Sputnik. Domanda: ma ci sono dati sulle cosiddette reazioni avverse? Certo, i media non registrano casi: perché non ci sono o perché vengono taciuti?

Ma la «stranezza» non si ferma qui. Tutti abbiamo la smania di tornare a una vita un po’ più normale, cioè più simile a quella che avevamo fino a un anno fa. Però per farlo non vogliamo aspettare, vogliamo accelerare, rifiutiamo le zone rosse, chiediamo i bar e i ristoranti aperti, salvo poi inorridire di fronte alle processioni di bare e agli ospedali di nuovo strapieni, tanto da dover rinunciare a curare altre malattie che pure non sono andate in vacanza.

Le vacanze, ecco, altro tema curioso. Tutti vorremmo godercele in santa pace e magari con la possibilità di qualche gitarella a Pasquetta o il 25 Aprile o il 1° Maggio. E invece no, quei cattivoni degli esperti e quelli del governo proprio a Pasqua ci mettono di nuovo agli arresti domiciliari.

Domanda: ma al mare ad agosto vogliamo andarci davvero o preferiamo la grigliata a Pasquetta e poi tutti in ospedale? L’esperienza infame di quest’anno ha dimostrato che mentre i nostri umori e i nostri comportamenti cambiano dalla sera alla mattina, il virus è assolutamente costante, anzi di giorno in giorno si migliora attrezzandosi a colpire di più e meglio. In pochi riflettono sul fatto che se nella prima ondata erano contagiati soprattutto gli over 75, oggi non c’è distinzione d’età e anzi le vittime sono proprio i più giovani, bambini compresi.

Questa instabilità della gente si alimenta anche con le incertezze e i passi falsi di chi ci amministra. Fra decreti e ordinanze regionali non si capisce più nulla, anche perché sono di continuo aggiornati e modificati. Basti pensare alla scuola, puzzle incomponibile e ingestibile di divieti, eccezioni e ordinanze, teatro di scontro permanente fra genitori, alunni, governatori e insegnanti.

Non si possono passare le giornate davanti ai computer o alla tv per sapere se oggi il barbiere è aperto, se stasera posso prendere una pizza, se domani devo accompagnare i bambini in classe. Si citavano web e tv perché i cambiamenti sono così veloci che la stampa è spesso spiazzata da decisioni prese nella notte, nefasto lascito dei governi Conte.
I media dovrebbero attrezzarsi come con le previsioni del tempo. Esempio: Bari, oggi cielo quasi sereno, venti di Maestrale, negozi non alimentari chiusi, tutte le scuole chiuse. Lecce: cielo sereno, temperature in aumento, parrucchieri aperti, asili aperti. Non è uno scherzo, perché il «gioco» di divieti, colori e orari contribuisce in maniera pesante a farci andare fuori di testa.

L’incertezza fa aumentare le violazioni e soprattutto il senso di precarietà, compromettendo l’equilibrio delle persone che, dopo un anno e passa di Covid, qualche ragione per andare fuori di testa ce l’hanno pure.
Recuperiamo un po’ di saggezza e senso pratico in questa fase, più che mai decisiva per il nostro futuro e per le generazioni che si stanno perdendo un tempo prezioso della loro vita.

Il governo Draghi ci sta provando, ma gli altri attori sembrerebbe di no, ancora si preoccupano più del consenso che del bene comune. Eppure almeno questa lezione del Covid sul valore della solidarietà e della lotta da fare tutti insieme dovremmo averla imparata. I latini avevano inventato l’aurea mediocritas, che significa stare nel mezzo di opposti eccessi. Oggi di fronte anche alla possibilità che i vaccini possano sferrare qualche colpo basso, sarebbe quanto mai opportuno recuperare quella capacità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)