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Che aria respiriamo nelle nostre case?

 
Alessandro Miani

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Alessandro Miani

Che aria respiriamo nelle nostre case?

Trascorriamo circa il 90% della nostra vita all'interno di spazi chiusi: case, uffici, scuole, palestre, mezzi di trasporto

Venerdì 28 Febbraio 2025, 10:07

Trascorriamo circa il 90% della nostra vita all'interno di spazi chiusi: case, uffici, scuole, palestre, mezzi di trasporto. È il paradosso della Indoor Generation, una società che, pur disponendo di un mondo naturale straordinario, si è chiusa in ambienti artificiali, spesso senza rendersi conto delle conseguenze per la salute. L'inquinamento dell’aria indoor è un nemico invisibile: secondo l’Environmental Protection Agency (EPA), le concentrazioni di agenti inquinanti negli ambienti interni possono essere fino a cinque volte superiori rispetto all’aria esterna. Questa esposizione prolungata è stata collegata a un aumento del 20% delle malattie respiratorie croniche e fino al 40% dei casi di asma nei bambini.

Gli agenti contaminanti principali includono composti organici volatili (VOC) rilasciati da mobili e prodotti per la pulizia, particolato fine PM2.5 e PM10 che penetra in profondità nei polmoni, muffe che aggravano allergie e disturbi respiratori e il radon, un gas radioattivo naturale seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta. Quest’ultimo rappresenta una minaccia particolarmente rilevante in molte aree d’Italia, inclusa la Puglia, dove la composizione geologica del suolo favorisce la sua risalita negli edifici. Questo gas, inodore e incolore, si accumula facilmente negli ambienti chiusi a causa della scarsa ventilazione e dell’impermeabilità dei materiali da costruzione. Per contrastarne la pericolosità, tecnologie innovative come il sistema Radoff Life offrono soluzioni avanzate per la mitigazione del radon indoor.

Attraverso un sistema di filtrazione e aspirazione intelligente, Radoff Life è in grado di ridurre drasticamente la concentrazione del gas negli ambienti domestici e lavorativi, monitorando costantemente i livelli di esposizione e intervenendo in modo automatico per garantire un’aria più sicura e salubre. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la scarsa qualità dell’aria indoor è responsabile di migliaia di morti premature all’anno in Italia. In Puglia, l’ARPA ha avviato iniziative di monitoraggio e miglioramento della qualità dell’aria indoor e l’Università di Bari ha ospitato eventi come il Roadshow sulla Qualità dell’Aria Indoor.

Questa attenzione non è casuale: la Puglia presenta aree con concentrazioni significative di gas radon e di inquinanti derivanti da attività industriali e traffico veicolare. Migliorare la qualità dell’aria indoor è possibile attraverso strategie efficaci e facilmente implementabili. La ventilazione naturale è la prima barriera contro l’accumulo di sostanze nocive, ma dove questa non è sufficiente, tecnologie di ventilazione possono fare la differenza. In Italia, Vortice è un'azienda di riferimento nel settore della ventilazione meccanica per ambienti confinati. I loro sistemi sono progettati per garantire un ricambio d'aria efficiente, riducendo la concentrazione di inquinanti interni. Oltre alla ventilazione, la purificazione dell’aria gioca un ruolo cruciale nel miglioramento della salubrità degli ambienti indoor. Un esempio innovativo è HYLA EST Defender, un sistema avanzato che utilizza un filtro ad acqua al posto dei classici filtri HEPA. Questo approccio non solo consente di trattenere efficacemente polveri sottili, allergeni, batteri e altre particelle nocive, ma elimina anche la necessità di sostituire filtri nel tempo, rendendo il sistema più sostenibile ed economico. L’acqua funge da barriera naturale, catturando le impurità e restituendo un’aria più pulita e umidificata, migliorando così il comfort degli ambienti interni. La tecnologia di HYLA EST Defender è particolarmente utile per chi soffre di allergie o patologie respiratorie, contribuendo a ridurre la presenza di agenti irritanti e inquinanti nell’aria domestica. Un altro aspetto fondamentale è il monitoraggio della qualità dell’aria: l’assenza di segnali immediati rende difficile percepire l’inquinamento dell’aria indoor, ma dispositivi di misurazione avanzati come NOSE della pugliese Befreest permettono di rilevare in tempo reale la presenza di sostanze nocive, umidità e altri parametri che incidono sulla salubrità degli ambienti. L’integrazione di tali strumenti consente di intervenire tempestivamente, regolando ventilazione e filtrazione per garantire un’aria più pulita e sicura. Tutte queste tecnologie sono supportate da solide evidenze scientifiche che ne testimoniano la reale efficacia nella mitigazione dei rischi per la salute umana. La loro validità è stata riconosciuta anche dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che sottolinea l’importanza di adottare strategie di mitigazione basate su dati scientifici per migliorare la qualità dell’aria indoor e ridurre l’impatto delle patologie legate all’inquinamento nei nostri luoghi di vita e di lavoro. Oltre agli aspetti tecnologici, anche il design e la scelta dei materiali giocano un ruolo cruciale. Ridurre il tempo trascorso in spazi chiusi, e qui migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, minimizzare l’esposizione a sostanze tossiche, all’elettrosmog e ripensare il modo in cui costruiamo i nostri ambienti sono passi fondamentali per garantire un futuro più sano e vivibile. L’Italia, e la Puglia in particolare, anche grazie al prezioso contributo del Professor Gianluigi De Gennaro, dell'Università di Bari, possiede tutte le risorse per essere un laboratorio tecnico-scientifico di eccellenza e un polo privilegiato per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia in questo ambito.

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