Nella vittoria che l’Italia ha conquistato in Coppa Davis, 47 anni dopo la prima e unica volta, c’è la firma indelebile di Jannik Sinner, prodigio altoatesino di soli 22 anni, da un paio di mesi nell’immaginario collettivo candidato a futuro numero uno al mondo, ora in semifinale contro Djokovic gli Australian Open (domani il match). Icona del tennis globale, idolo di tutte le folle tennistiche ben oltre i patrii confini del suo Alto Adige, oggi il numero uno azzurro riscuote consensi in ogni angolo del globo tennistico ed in tanti sono pronti a scommettere sul suo futuro. Il barese Gianluca Pozzi, 59enne ex numero 40 delle classiche mondiali, ha frequentato fino alla soglia dei 40 anni i piani alti del ranking professionistico raggiungendo due volte gli ottavi di finale di una prova Slam.
Da un paio di mesi in Italia è scoppiata la Sinner mania, come vive lei questo momento?
«È normale che un campione che raggiunge i suoi risultati attiri l’interesse del pubblico di massa e di quelli che non seguono il tennis, che è finalmente approdato sui telegiornali e sulle tv generaliste. Tutti lo seguono e insieme a lui viene seguito tutto il movimento che si giova di questa aumentata attenzione e credo che sia positivo che tanta gente si avvicini al tennis».
Un campione fa ancora la differenza nel cuore degli appassionati?
«Certamente, si tende sempre a prendere esempio da loro ed è trainante in particolare in uno sport individuale come il tennis e crea attenzione e maggior curiosità».
Una crescita esplosiva maturata in poco più di due mesi: secondo lei potrà crescere ancora? E dove potrà arrivare?
«È cresciuto gradualmente invece, e i risultati si sono visti soprattutto nella seconda parte della scorsa stagione. È giovane e si vede che ha acquisito consapevolezza nei suoi mezzi, è più solido e continuo e riesce a vincere partite lottate nelle quali si comprende la sua forza mentale. È cresciuto anche il suo livello di sicurezza dopo le sue vittorie con Djokovic e Medvedev».
Lei vanta 4 presenze in Coppa Davis dove superò un giovanissimo Roger Federer, Sinner quella Coppa l’ha appena vinta. Quanto vale il successo conquistato dall’Italia a Malaga a novembre?
«Posto che vincere è sempre difficile, per me la Coppa Davis non esiste più: questa non è la Davis di una volta ed è molto meno impegnativa; oggi si gioca su tre match dalla distanza più corta e non si gioca più in vari periodi dell’anno. Ma gli italiani sono stati molto bravi e la nostra nazionale è sicuramente molto competitiva. Peccato per l’assenza di Berrettini ma rimarremmo favoriti anche con la vecchia formula».
Campioni si nasce o si diventa? Sinner può essere considerato un predestinato?
«È un misto delle due cose, devi nascere con certe capacità fisiche, tennistiche e mentali ma dopo devi lavorare molto per riuscire a diventare un campione».
Gianluca Pozzi e Thomas Fabbiano le punte dell’iceberg del movimento pugliese che aspetta da tempo un altro campione che richiami folle di appassionati.
«A parte Andrea Pellegrino ci sono un paio di giovani interessanti, Basile e De Michele, entrambi tarantini, e si allenano fuori dalla Puglia ma bisognerà vedere come cresceranno».
Intanto l’Italia è tra le nazioni leader dell’intero movimento, a cosa si deve questa crescita esponenziale? Un fenomeno che sembra destinato a durare ancora a lungo?
«Il movimento è in crescita esponenziale come succede ciclicamente ed è successo a tante nazioni, alla Svezia, agli Stati Uniti. C’è un bellissimo movimento di base, ci sono tanti tornei anche in Italia e questo ti permette di contenere le spese almeno ad inizio carriera. Le donne stanno facendo un po’ fatica ma abbiamo sempre avuto ottime giocatrici e tante ragazze si stanno avvicinando al tennis e questo ci permetterà di consolidare i risultati».
Cosa direbbe ad un bambino che sogna di diventare come Sinner?
«Gli consiglierei di pensare a divertirsi per prima cosa e poi magari dovrà impegnarsi sempre di più e di farlo con piacere al di là dei risultati. Lo sport ti insegna la cultura del lavoro, ti insegna ad organizzare il tuo tempo, a giocare lealmente nel massimo rispetto del tuo avversario ma le cose dovranno essere fatte per gradi, facendo tutti i passaggi con calma ed un passo alla volta, aggiungendo qualcosina ogni giorno».