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Giovinazzi: «Cara Ferrari mi hai regalato un sogno»

 
Antonio Gattulli

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Antonio Gattulli

Giovinazzi: «Cara Ferrari mi hai regalato un sogno»

Il pilota di Martina Franca: «Trionfare a Le Mans regala emozioni indescrivibili»

Mercoledì 14 Giugno 2023, 14:27

14:38

«Non ho ancora realizzato. Lo farò nei prossimi giorni. Era già nella storia riportare la Ferrari nel mondiale endurance. Vincere a Le Mans non me lo aspettavo ma insieme ai miei compagni di team ci sono riuscito. Ci sono poche gare al mondo che da pilota guardi con tanta ammirazione e desideri di vincere come questa: per me le altre due sono Indianapolis e il GP di F1 a Monza. Ora il sogno è realtà. Svegliarsi e scoprire che è tutto realtà. Un bel modo di iniziare la giornata».
Antonio Giovinazzi da Martina Franca vive la favola con la Ferrari numero 51 che trionfa nel la 24 Ore di Le Mans del Centenario con la 499P portata al traguardo da Alessandro Pier Guidi e condivisa con James Palado nell’arco dei 342 giri completati sul tracciato francese. Per la Casa di Maranello si tratta di un risultato storico: al rientro nella top class, dopo mezzo secolo di assenza, la squadra Ferrari - AF Corse mette la firma sulla gara endurance più famosa al mondo, che rappresenta il quarto round del FIA World Endurance Championship 2023.

Che significa vincere la 24 ore di Le Mans del centenario?
«Sono contento. Non salivo sul podio dal 2016 in GP2. Salire sul gradino più alto del podio riempie di gioia. Farlo a Le Mans è stato particolarmente emozionante. Non nascondo che ho pianto perché dietro questa vittoria ci sono stati tanti sacrifici e finalmente mi sono messo alle spalle tanti anni deludenti. Nella vita basta crederci. Ho sempre fatto leva sul mio talento e sulla mia squadra. Quello che ha fatto la Ferrari è qualcosa di speciale. Un anno fa la macchina non era neanche qui. L’abbiamo messa in pista a luglio l’anno scorso e adesso siamo a festeggiare la vittoria su mostri sacri delle gare di durata come Toyota, Porsche e Peugeot in una gara dove serviva lucidità. Dobbiamo essere orgogliosi di questo risultato come team e squadra, Abbiamo tantissimo lavoro da fare però il primo tassello è stato molto positivo».
Alla vigilia della 24 ore di Le Mans si aspettava un risultato simile? Ci credeva davvero?
«Come pilota della Ferrari ho il dovere di crederci sempre. Sapevamo di avere una macchina veloce e lo abbiamo visto sin dalle qualifiche della prima gara dell’anno. L’affidabilità è ciò che ci preoccupava di più perché 24 ore di gara sono tantissime e lunghissime. La macchina è stata perfetta e la fortuna stata dalla nostra parte. Come piloti non abbiamo sbagliato nulla e siamo qui a festeggiare».
Quando ha capito che era fatta?
«Sono molto scaramantico e ho aspettato che la macchina tagliasse il traguardo per festeggiare. Prima di vedere la 499P sotto la bandiera a scacchi non volevo crederci».

Quale è stato il momento più difficile della sua gara?
«Il primo stint perché ero con le gomme d’asciutto e mi sono ritrovato sotto un acquazzone nell’ultimo settore. È stato difficile gestire la situazione e sapevo che in quel momento dovevo rimanere calmo e non fare errori. Era molto facile sbagliare perché è arrivata tanta acqua e con le slick era difficile mantenere la macchina in pista. Anche i miei compagni si sono trovati ad affrontare condizioni difficili ma la gestione è stata perfetta. Peccato per la doppietta sfiorata con la Ferrari numero 50. Speriamo di riuscirci nella prossima prova del Wec a Monza davanti ai nostri tifosi. L’altro equipaggio ha dimostrato di essere veloce quanto noi firmando la pole. Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen con la 499P numero 50, se non fossero stati attardati da un problema nel corso della notte potevano essere sul podio».
Dove può migliorare la 499P: una vettura giovane che ha dimostrato di essere velocissima in qualifica?
«Ci mancava l’esperienza, la gestione della gara e delle gomme cosa che ha fatto benissimo Toyota nelle prime gare. Ci ha aiutato il fatto che Le Mans non è una pista tanto abrasiva dove il degrado degli pneumatici non è molto alto. Questo ci ha aiutato a gestire la gara, Merito però ai miei compagni perché un conto è disputare una gara di 8 ore altro è farlo in una competizione di 24 ore con tanti imprevisti e incognite. Siamo stati perfetti con la strategia dei pit-stop. Dobbiamo essere
orgogliosi di aver fatto la nostra prima Le Mans e di averla vinta. C’è stato tanto lavoro prima che è stato ripagato».
Cosa ha provato quando la macchina non è partita per due volte negli ultimi due pit stop?
«Mi sono spaventato, avevo capito che c’era un problema, ma alla fine Alex era in macchina, lui è un ingegnere, quindi ero certo che avrebbe risolto e fatto ripartire la macchina. Ha fatto un reset di sistema e abbiamo perso poco tempo. In una gara così lunga tutto può succedere e bisogna farsi trovare pronti a qualsiasi situazione».
Prima della gara ha dichiarato che bisognava mettere pressione alla Toyota numero 8. Era tutto pianificato o avete avuto fortuna?
«Era una delle strategie mettere il fiato sul collo alla Toyota e indurli a sbagliare. La chiave nelle prime ore è stata stare calmi e gestire la situazione. Poi, abbiamo messo pressione a Toyota fino a 2 ore dalla fine, con continui cambi di posizione. È andata bene».

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