Sabato 06 Settembre 2025 | 06:11

La «Santa Tenerezza» di Dente: «Voglio essere fragile, tenero con il mondo e nei rapporti umani»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

NON TOCCARE Dente

foto Lorenzo Stefanini

Un disco urgente, nato in poco più di un weekend, «Una fiammata di ispirazione in un momento in cui non stavo bene». Il 19 aprile appuntamento a Conversano, alla Casa delle Arti

Giovedì 27 Marzo 2025, 18:00

«Ho scritto questo disco in pochissimi giorni, poco più di un weekend. Ho avuto un'urgenza espressiva che non provavo da anni, e ha consolidato quello che considero il potere "terapeutico" delle canzoni». Parla così Dente, Giuseppe Peveri, raccontando Santa Tenerezza, il nuovo album in uscita domani, 28 marzo (INRI Records/Metatron). Un'ode alla bellezza e alla fragilità, all'amore, una riflessione intima sull'assenza, la perdita e la ricerca, arricchito da una collaborazione con Emma Nolde nell'ultimo brano della tracklist, «La città ci manda a letto». «Sono cintura nera di scalette - confessa - sia per i concerti, sia per i dischi. Ho dei punti fissi che sono la canzone iniziale, una porta che si apre sul mondo in cui ci addentriamo, e la chiusa, che in fondo anche in questo caso c'entra meno con tutto il disco. Invece la traccia numero 5 deve essere la più bella di tutte. È un piccolo feticcio che mi porto dietro da un vecchio disco di Edie Brickell, da allora vado a cercarmi il quinto brano di ogni album (in Santa Tenerezza la traccia 5 è Hey, ndr.)». Anticipato dai singoli Senza di me, Favola e M'annegasti, «Volevo farlo uscire senza singoli, ma già oggi l'attenzione è poca su tutto», commenta, Dente porterà in giro l'album nei club con una serie di date prodotte da Locusta Booking, e che prevedono anche una tappa in Puglia, il 19 aprile a Conversano (Ba), alla Casa delle Arti (il calendario completo è in fondo all'articolo).

Questa urgenza di scrivere, si è dato una spiegazione?

«È stato pazzesco, ho avuto una fiammata di ispirazione in un momento della vita in cui non stavo particolarmente bene, non ero felice, e scrivevo canzoni in continuazione. Ho risentito l'urgenza impellente di scrivere, non provavo questa cosa da un po', e nonostante le canzoni siano tristi, nel riascoltarle provo felicità. È un contrasto forse un po' psicopatico, stare male e allo stesso tempo stare bene».

Il titolo Santa Tenerezza è piuttosto evocativo: se dovesse individuare un luogo ideale per fermarsi un attimo e dedicare del tempo all'ascolto di questo disco, quale sarebbe?

«Credo che ognuno abbia i suoi, io sono un ragazzo di campagna, nato in una piccola cittadina circondata dalle colline e dall'Appennino. Spesso andavo a scrivere le canzoni sotto un albero, è una cosa quasi ottocentesca, andavo lì in macchina e mi mettevo a suonare la chitarra. È rimasto un po' nel mio immaginario, un luogo bello e magico per la musica, però è una cosa mia. Magari un altro prova la stessa emozione davanti al mare, o in montagna...».

L'espressione Santa Tenerezza come se l'è inventata?

«L'ho inserita all'interno della canzone Non ci pensiamo più, in una frase che dice "Santa tenerezza che ancora mi colpisci/ti pago non volare via". Non l'ho scritta in quei giorni mentre componevo l'album, ma è un modo tutto mio per tenere con me questo lato del mio carattere, un po' tenero, una tenerezza nel confronti della vita, delle persone e dei rapporti. In realtà il titolo non l'ho inventato io, ma me l'ha suggerito Federico Nardelli, il produttore del disco. Ha avuto un'idea folle che non abbiamo realizzato perché siamo poveri (ride, ndr.), quella di fare un documentario sulla mia carriera al cinema. Il titolo? Dente - Santa Tenerezza. Almeno quello è rimasto».

Il tema della fragilità è molto presente nel disco, e oggi specialmente tra gli artisti uomini c'è meno pudore del parlarne. Cosa ne pensa?

«Io mi sono sempre ritenuto fragile senza vergogna, se non sei fragile non cominci nemmeno a scrivere canzoni, forse. Oggi è un argomento di discussione, certo, ma c'è sempre stata. Un cantautore come Lucio Corsi c'era anche ieri, ma la domanda più inquietante è: dov'eravate finora? La gente era addormentata? O non abbiamo avuto spazi sufficienti per arrivare a tutti se non il palco dell'Ariston, unico modo per tirare fuori la testa? Mi piacerebbe non fosse così. Forse allora ci servirebbe un Sanremo per ogni stagione».

E lei ci andrebbe, visto anche il successo del cantautorato quest'anno?

«Sì, mi piacerebbe. Ormai non c'è più il divario di una volta tra noi e il Festival. Da un certo punto di vista è un bene, ma dall'altro è un male, perché non c'è più un contrasto. Tutti nello stesso campionato».

IL CALENDARIO DEL TOUR:

SABATO 5 APRILE - FIRENZE - Viper Theatre


DOMENICA 6 APRILE - ROMA - Monk Roma


MERCOLEDÌ 9 APRILE - MILANO - Santeria SOLD OUT


GIOVEDÌ 10 APRILE - TORINO - Hiroshima Mon Amour


VENERDÌ 11 APRILE - BOLOGNA - Locomotiv Club


SABATO 12 APRILE - SENIGALLIA (AN) - Mamamia


VENERDÌ 18 APRILE - NAPOLI - Duel


SABATO 19 APRILE - CONVERSANO (BA) - Casa delle Arti

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