È uscito lo scorso 7 aprile «Maledetto Amore», il nuovo singolo di Ciliari, cantautore di Noci, prodotto da Riccardo Scirè e distribuito da Believe. Una ballad indie/pop romantica e potente, da cantare in “centomila in uno stadio” o da soli sotto la doccia, un invito a innamorarsi ancora e a capire come l’amore possa essere folle e irrazionale ma, in un modo o nell’altro, non riusciamo a farne a meno.
Ci racconta l'idea dietro questo brano?
«L’amore è potentissimo e spesso folle e irrazionale, ma forse è proprio per questo non possiamo farne a meno. Questa canzone parla di chi si insegue e poi si ritrova, di chi ancora un po’ ci spera o semplicemente vuole godersi questa strana giostra impazzita che è l’amore, anche solo per un’altra notte».
Qual è la colonna sonora dei suoi amori?
«Ovviamente la maggior parte dei pezzi di Ciliari! Non c’è una colonna sonora per i miei amori o per i miei più comuni disastri in amore. Credo che ogni canzone arrivi nel momento giusto, e che ci sia il sottofondo perfetto per ogni momento. C’è stato un periodo in cui, dopo una storia finita male, ho scoperto e ascoltato tantissimo Elliot Smith, un talento vero e puro, che sa toccare corde profondissime, ma poi ho dovuto smettere, o non mi sarei più ripreso. Gli autori di cui proprio non riesco a fare a meno e che mi hanno condizionato fin da bambino sono Dalla e Battisti».
Infatti la copertina del singolo è di chiara ispirazione battistiana...
«Un giorno ho deciso di andare a fare un tatuaggio, perché avevo scoperto questo artista, Marco Sorgato, con uno stile che mi piaceva tantissimo. Scorrendo le sue storie su Instagram ho trovato un appuntamento last minute e non ci ho pensato due volte. Non avevo nemmeno un’idea ben precisa, ma mi ha tatuato esattamente quello che volevo. Mi ha letto nel pensiero! Allora ho pensato a lui per la copertina. Ho rievocato il periodo bianco di “Battisti-Panella” ed è nata la copertina minimale, che potesse rappresentare il suo stile ma anche la canzone stessa, solo con il bianco e il nero. Il cuore è uno dei tatuaggi che mi ha realizzato il giorno del nostro incontro».
Come ha iniziato a fare musica e come spera vada avanti il suo percorso?
«Avevo sei anni quando ho iniziato a suonare la chitarra. Impazzivo per gli assoli di Brian May dei Queen, mi emozionavo con Battisti e volevo fare la rockstar. Ero anche uno di quelli perennemente in panchina alla scuola calcio, ho perso tutte le partite e sono riuscito a liberarmene (o mi hanno cacciato, non ricordo bene). Quindi mi sono concentrato sulla musica. Mi emozionava, mi faceva stare bene, e da allora non ho più smesso».
Che progetti ha per i mesi a venire?
«Spero di riuscire a portare la mia musica in giro il più possibile e ad emozionarmi con chi avrà voglia di venire ai miei concerti. Il live è una dimensione che adoro. Poi presto uscitanno altri pezzi, ma per ora ci concentriamo su “Maledetto Amore”».