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Bianca Chiriatti
26 Giugno 2020
Si chiama 'Magica' il singolo d'esordio del progetto L'Edera, messo in piedi da Alberto Manco, classe 1995, cresciuto tra il Salento e l'Emilia. Il brano è prodotto da Simone Sproccati (Zibba, Meli, Salmo, ecc.) con la supervisione di Emanuele Santona (I Segreti) e anticipa l’EP in uscita nei prossimi mesi. Qui il link per ascoltarlo su Spotify. Un racconto di cose non dette, di desideri soffocati, come una storia lasciata in sospeso, un incontro che non avverrà: questo ha voluto trasmettere Alberto nel singolo. Gli abbiamo fatto qualche domanda per farci raccontare qualcosa in più.
Perché la scelta del nome L'Edera?
“L’Edera” prima di tutto è un nome bio, non inquina, al massimo infesta. Poi mi piaceva l’idea dell’edera che si dirama come in un abbraccio; è quello che vorrei fare con la musica: creare connessioni.
Hai esperienza già da un po' di anni: che salto di qualità vuoi trasmettere con questo nuovo progetto, da Magica fino all'album?
Ho iniziato a far musica da giovanissimo, con pochissimi mezzi e senza competenze, ma l'attitudine e la passione con cui lo faccio son le stesse. Oggi sono sicuramente più maturo e ho un atteggiamento più professionale, ascoltando i brani nuovi è abbastanza evidente, ma la gavetta e il lavoro che ho fatto e continuo a fare restano la base, sono la mia storia, e con questo “salto di qualità” vorrei raccontarla al meglio.
Cosa troveremo nell'album?
Canzoni (belle) per cuori giovani e nostalgici.
Tra il Salento e l'Emilia: due mondi che con la musica hanno molto a che fare. Pregi e difetti di ognuna delle due realtà, a livello musicale?
Nell'ambito musicale dal mio punto di vista l'Emilia ti dà la possibilità di avere più connessioni col mondo esterno, il Salento invece ti permette di essere più autosufficiente. Il pregio di entrambe è che sono accomunate da una comunità musicale viva e ben radicata nel territorio. C'è solidarietà e tanta collaborazione tra gli artisti anche da ambiti e generi diversi. Il difetto sono le 8 ore (come minimo) di treno che le separano.
Come ti ha influenzato il lockdown musicalmente parlando?
Ho passato i 3 mesi del lockdown da solo nella mia stanza a Parma. Ho suonato e scritto poco; ho capito ancora di più che non ci trovo troppo gusto a suonare solo per me stesso. Quello che faccio lo faccio per condividerlo.
Che influenze musicali hai e avevi anche da piccolo, cosa ascolti?
Mi son sempre piaciuti generi diversi e cose lontanissime fra loro. Per dire, da piccolo i miei artisti preferiti erano Fabri Fibra e i Guns‘n Roses, ma non ti rispondo “ascolto di tutto” perché non è così. Sono pigro e molto esigente, è difficile che qualcosa catturi la mia attenzione. Quando succede però, ci vado in fissa.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Appena sarà possibile, partire in tour.
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