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Alcune domande sulla fecondazione eterologa

 
Giuseppe Gragnaniello, Terlizzi (B

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Giuseppe Gragnaniello, Terlizzi (B

Lunedì 02 Maggio 2016, 18:06

Che cosa vogliamo? È una domanda che noi, abituati al tutto e subito, ogni tanto dovremmo porci. Così per la fecondazione eterologa, negata dai legislatori, ammessa dai tribunali. Solo per un problema di imparzialità di trattamento tra coppie sterili. E quindi siamo proprio sicuri che debba essere comunque garantita dallo Stato? Eppure si protesta perché, a due anni dalla liberalizzazione, soltanto poche Regioni la assicurano, le liste di attesa si allungano a dismisura e parecchi sono i viaggi risolutivi all’estero.
Ma non è solo un problema economico, legato ai soldi sempre più scarsi a disposizione del servizio sanitario, quanto anche della mancanza di donatori, sia di spermatozoi che di ovociti. Donare gameti è come donare un rene? Fino a che punto il desiderio di maternità e pure quello di paternità possono non considerarsi voluttuari? Si può parlare di scarsa generosità, dato che tutto, come dovrebbe, è gratuito? Però cosa oggi non è mercato? Le alte cifre dell’eterologa nel privato e oltre confine ne sono l’amara conferma.

Giuseppe Gragnaniello, Terlizzi (Ba)

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