Sabato 06 Settembre 2025 | 15:31

«Atleti paralimpici ci insegnano a non arrenderci»: Tardelli parla al pubblico di Taranto

 
Redazione online (foto Todaro)

Reporter:

Redazione online (foto Todaro)

Il campione in città per il Festival della Cultura Paralimpica: «Il gol in finale la cosa più bella che ho fatto, a parte i miei figli»

Mercoledì 15 Novembre 2023, 15:16

15:47

TARANTO - «Loro sono dei campioni del mondo, noi un po' meno. È importante non arrendersi mai e loro ce lo insegnano». Così Marco Tardelli, campione ai Mondiali di calcio 1982 e leggenda dello sport azzurro, che ha raccontato la sua esperienza, tra imprese sportive e impegno sociale, nella seconda giornata del Festival della cultura paralimpica in corso di svolgimento a Taranto. «La mia esperienza - ha aggiunto - è quella di tutti gli italiani. Mi riconoscono solo per l’urlo, ma ho fatto anche qualcos'altro. Certo, arrivare a giocare un campionato del mondo e fare gol in finale credo sia il massimo, la cosa più bella che ho fatto, a parte i miei figli». Il campione azzurro ha detto che quella vittoria gli regalò «una grande gioia, che però a un certo punto volevo vivere da solo. In tanti non avevano creduto in noi, perlomeno i giornalisti. Vivevo quel momento come una rivincita nei confronti di queste persone. Poi, quando sono tornato a casa, fu tutto molto bello».

Tardelli ha ricordato il suo impegno come ambasciatore dell’associazione diplomatici. «Ogni anno all’Onu - ha spiegato - devo portare degli sportivi importanti. Sono venuti anche sportivi paralamplici a parlare a 4 mila ragazzi di 141 Paesi di tutto il mondo. Insegnano che puoi cambiare qualcosa se ti impegni veramente e che è sempre importante fare squadra». L'ex calciatore ha risposto alle domande dei tanti studenti presenti all’incontro. «I miei genitori - ha ricordato - non volevano che io giocassi a calcio e devo dire grazie ai miei fratelli se sono riuscito ad andare avanti e vincere la mia sfida».

Il calciatore più forte del mondo? «Pelè - ha affermato Tardelli - è stato forse il più grande di tutti, ma con un altro tipo di calcio. Maradona per me è stato il più grande e avrebbe giocato anche in questo calcio. Più volte ho marcato Maradona e alla fine gli ho chiesto scusa per le botte che gli ho dato perchè non potevi fermarlo in maniera diversa. Non è stato un esempio educativo, ma è stato massacrato un pò dalla stampa e anche dai compagni di vita. Probabilmente non aveva quegli amici intorno dei quali aveva bisogno».

D'ASCENZO (INAIL): LA SICUREZZA È IMPORTANTE

«Vi parlo da padre: ragazzi fate attenzione durante la vostra quotidianità, rispettate le regole. Aiutateci a non dovervi aiutare, nel caso ci dovesse essere qualche circostanza spiacevole. La cultura della sicurezza passa da voi». È l’appello che il commissario straordinario Inail, Fabrizio D’Ascenzo, ha lanciato alla platea di studenti intervenuti alla seconda giornata del Festival della cultura paralimpica, organizzato a Taranto dal Comitato italiano paralimpico. 'Ripartire con lo sport' è stato il tema del panel a cui D’Ascenzo ha partecipato insieme all’atleta paralimpica Martina Caironi, al presidente del Cip, Luca Pancalli, e alla presidente di Emergency, Rossella Miccio.
«Sono particolarmente orgoglioso - ha detto D’Ascenzo - di partecipare a questo panel perché il messaggio è uno di quelli che tocca nel profondo: lo sport come strumento per il reinserimento sociale e lavorativo». Il commissario ha poi ricordato l’attività del Centro protesi di Budrio, «una realtà nella quale vengono applicate le più aggiornate conoscenze nel campo dell’ortopedia tecnica e dove, unicum in Italia, viene ricostruito il quadro funzionale e psicosociale dell’infortunato, per la completa reintegrazione nel mondo del lavoro, nella famiglia e più ampiamente nella società».
Proprio nei corridoi del Centro protesi Vigorso di Budrio, Martina Caironi, atleta paralimpica vincitrice di due medaglie d’oro e tre d’argento ai Giochi paralimpici, ha deciso di iniziare a correre, diventando poi la campionessa di oggi. Nel 2007 Martina fu investita da una macchina mentre era in motorino. A causa delle ferite le fu amputata la gamba sinistra. Nel 2008 cominciò a usare la sua prima protesi, realizzata dal Centro di Budrio. «Camminavo nei corridoi del Centro - ha ricordato - per provare la protesi. Quei corridoi sono tappezzati di foto di atleti paralimpici e proprio le loro immagini sono state la mia ispirazione. Guardandoli e guardando le loro protesi ho deciso che avrei voluto correre anch’io».

VARNIER (MILANO/CORTINA 2026): IMPEGNO PER INCLUSIONE

«Milano Cortina 2026 vuole dare un segnale concreto del suo impegno per l’inclusione e per la promozione dei valori paralimpici. Le Olimpiadi e ancor di più le Paralimpiadi rappresentano una grande occasione per favorire, attraverso lo sport, una vera e propria rivoluzione culturale e promuovere dunque una società più inclusiva per tutti, non solo quando si parla di agonismo ma anche nelle scuole, nelle palestre e a tutti i livelli della pratica sportiva». Lo ha dichiarato Andrea Varnier, chief executive officer di Milano Cortina 2026, in merito alla partecipazione della Fondazione Milano Cortina 2026 al Festival della cultura paralimpica in corso fino al 17 novembre a Taranto.

Allo stand della Fondazione Milano Cortina 2026, gli studenti potranno competere e battere un rigore su uno sledge di Para Ice Hockey - lo slittino a due lame che si utilizza sul ghiaccio - o gareggiare bendati attraverso le porte di un circuito di Para Alpine Skiing sotto la guida di un compagno di squadra, vivendo in prima persona l’importanza della cooperazione quale fattore essenziale, insieme alla concentrazione, per avere successo anche nel Wheelchair Curling.
«Sono sicuro - ha aggiunto Varnier - che la Fondazione Milano Cortina 2026 insieme al Cip, alle Federazioni e ai territori possa fare un importantissimo lavoro per lasciare un’eredità significativa per il nostro Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)