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Lecce e Bari, tra A e B c'è aria di promozione

 
Fabio Casilli e Davide Lattanzi

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Fabio Casilli e Davide Lattanzi

L'ex difensore giallorosso Garzya: «Sette finali, niente calcoli». Il centrocampista biancorosso Galano: a Latina per esorcizzare la beffa del 2014

Giovedì 31 Marzo 2022, 15:51

16:58

QUI LECCE - «Inutile negarlo: il calo c’è stato, ma ora il Lecce deve fare solo una cosa: sfruttare al meglio il fattore campo».
Gigi Garzya il Via del Mare lo conosce bene. Da salentino doc, quello stadio è stato per lui il trampolino di lancio per arrivare a ben altri palcoscenici calcistici. Ma, ovviamente, il calore e il sostegno dei tifosi giallorossi gli sono rimasti dentro indelebili.
«Quest’ultimo periodo non è stato proprio brillante per la squadra di Marco Baroni - ammette Garzya - E credo che questa sosta sia arrivata al momento giusto per consentire a tutti di ricaricare un po’ le pile e per recuperare energie. Questo campionato di B è molto complicato e allo stesso tempo imprevedibile e apertissimo. E anche questo è il bello del calcio. Il Lecce e le altre sono tutte lì a pochi punti di distacco. Può succedere di tutto. E sfido chiunque a dire: “Lo vincerà questa squadra o lo vincerà quell’altra”».

Per l’ex difensore originario di San Cesario, al di là delle dichiarazioni sottotono di qualcuno, il Lecce è una squadra costruita per fare il grande salto in A. «Non c’è dubbio su questo - prosegue Garzya - credo che il Lecce ora debba fare solo una cosa: sfruttare al meglio delle sue possibilità il fattore campo. Suggerimenti da parte mia? No, io sono l’ultimo a poterli dare. E poi il Lecce ha giocatori esperti e vaccinati, ha un allenatore che questo campionato lo conosce benissimo. Certo non bisogna più fare calcoli - prosegue l’ex difensore - I giallorossi ora devono puntare a vincere tutte e sette le partite che restano da qui alla fine della stagione, sono sette finali, quattro delle quali in casa. A partire da quella di sabato prossimo: contro il Frosinone non puoi accontentarti di un pareggio. Devi vincere se vuoi andare in serie A». Serve l’«effetto Via del Mare», insomma, dove dai numeri pubblicati ieri dalla Gazzetta del Mezzogiorno, risulta che sia lo stadio leccese sia il primo di tutta la serie B: con 122.151 spettatori complessivi e una media di 8.143 presenze a gara. Decisamente staccate tutte le altre tifoserie, anche di squadre blasonate, come il Parma.
«Il pubblico di Lecce, come ha sempre fatto, darà il suo sostegno alla squadra», assicura Garzya. Secondo il quale il calo registrato è generalizzato. «Sì, non c’è in un reparto solo, mi pare - aggiunge - Il Lecce continua ad avere la seconda miglior difesa del campionato e davanti ha il capocannoniere e il vice capocannoniere. Per cui, complessivamente, ha fatto bene. Magari sono venuti a mancare dei punti importanti, penso alla partita di Cosenza. Se fosse entrato quel rigore di Coda, sul 2-0 magari si sarebbe chiusa la gara. E ora il Lecce sarebbe più in alto. La serie B è così: non sempre vince il più forte. Ora però vincono le squadre che stanno meglio fisicamente. Speriamo diano il loro contributo anche gli ultimi arrivati, come Asencio».
NotiziarioIl lavoro di preparazione in vista della gara di sabato al Via del Mare contro il Frosinone (ore 14, arbitrerà Guida di Torre Annunziata) è proseguito ieri mattina sul campo di Acaya. Non erano presenti alla seduta Helgason e Plizzari, rientrati comunque nella giornata di ieri dagli impegni con le rispettive Nazionali. Gabriel ha proseguito nel lavoro personalizzato. Oggi altro allenamento mattutino sempre ad Acaya.

QUI BARI - Ci vorrebbe proprio un suo gol per chiudere il cerchio e spezzare la «maledizione». Domenica al «Francioni» (ore 17.30, arbitrerà Carrione di Castellammare di Stabia) il Bari si gioca l’aritmetica promozione in serie B. Ebbene, Cristian Galano è l’unico superstite della «fatal Latina». Ovvero del match che l’11 giugno 2014 escluse i biancorossi della «meravigliosa stagione fallimentare» dalla corsa alla serie A. Si disputava la semifinale di ritorno dei playoff, in terra laziale. L’andata era terminata 2-2, tra mille polemiche (gol dello 0-1 convalidato ai pontini malgrado una netta carica sul portiere Guarna) ed il sigillo del macedone Stefan Ristovski che già da allora cominciò a mostrare la sua natura di ex al veleno: in mezzo, il ribaltone di Cani e Joao Silva.

Al retour match, fu il Bari a portarsi in vantaggio con un rigore di Polenta, concesso proprio per fallo su Galano. Quindi, penalty di Jonathas (altri dubbi) e rete di Laribi (futuro biancorosso): sembra finita, ma a due minuti dal termine, il Robben di Puglia segna il gol della vana speranza. Già, perché di quel Bari che fece impazzire una città e ispirò persino un film di successo, Galano era il trascinatore ed il bomber (con 13 reti), pur non essendo un centravanti. Il suo magico sinistro disegnava parabole potenti e imprendibili, ma il folletto foggiano segnò in tutti i modi: d’astuzia, su calcio piazzato, persino in acrobazia (una rovesciata contro l’Empoli fu una delle cartoline del torneo). All’epoca aveva 23 anni e tutti erano pronti a scommettere che il futuro fosse suo.

IL FIGLIOL PRODIGO - E invece, il suo percorso è rimasto di alti e bassi: annate strepitose (15 gol ancora a Bari nel 2018, 14 a Pescara nel 2020) ad altre in sordina, con una singolare costante: il ritorno all’ovile (perché è cresciuto nel settore giovanile dei Galletti) in addirittura tre occasioni: ovvero, dopo le parentesi a Gubbio, Vicenza e Pescara. Come se la maglia biancorossa fosse quella «della sua vita». In fondo, lo pensa anche lui. Quando è tornato al Bari lo scorso gennaio, disse apertamente: «Non ho rinunciato alla serie A, ma il destino mi sta dicendo che ci arriverò con questi colori, dovessi provarci fino quarant’anni». Il Galano ultima versione, però, fin qui sembra lontano parente di quello originale: il dribbling è inceppato, il tiro non parte, le invenzioni non arrivano. In sette presenze, la sua luce non si è accesa. C’è chi ne fa una questione di ruolo: lui, esterno per vocazione, è chiamato ad agire da trequartista. Possibile, tuttavia, che la sua classe evapori per qualche metro da coprire in posizione più centrale?

COMPLEANNO SPECIALE - La tesi è debole, tanto più che domani Cristian compirà 31 anni e ormai vanta un vasto bagaglio tecnico-tattico. Probabile, invece, che si stia facendo sentire la ruggine accumulata in due mesi di scarso utilizzo a Pescara: un periodo nero che ha influito sulla sua condizione fisica, privandolo della proverbiale esplosività e brillantezza. Ma tutto è rimediabile. Pianse, Galano, al triplice fischio di quella sfida a Latina. A stento trattenne le lacrime anche al rientro in Puglia, quando oltre duemila tifosi ringraziarono lo stesso la squadra per un’impresa solo sfiorata. Beh, ora la città è di nuovo pronta ad esplodere: i 1.500 tagliandi concessi ai sostenitori baresi al Francioni sono esauriti, così come poco o nulla è rimasto degli ulteriori 589 posti concessi in tribuna laterale per chi viene dalla Puglia. Il popolo biancorosso chiede (e otterrà) un maxischermo per regalarsi la gioia liberatoria dopo anni di sofferenze. E Galano, il ragazzo con il Bari griffato sulla pelle può cominciare una nuova favola.

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